Una selezione di titoli che raccontano la vita dei cinesi all’estero, tra passato e presente, sogni e speranze, difficoltà e sacrifici, riscatto e successi

In Cina li chiamano cinesi d’oltremare, traduzione letterale delle espressioni haiwai huaren o huaqiao, riferendosi con questi termini a tutti quei cinesi emigrati all’estero e ai loro discendenti. Sono oltre quaranta milioni, distribuiti in tutti e cinque i continenti, e spesso vivono concentrati nelle cosiddette chinatown, quartieri presenti soprattutto nelle grandi città in cui la presenza cinese è massiccia.

Tacciati di essere chiusi o poco integrati, sono spesso guardati con diffidenza dagli autoctoni, inclini più ai pregiudizi che a cercare di conoscere davvero chi hanno di fronte.

Sono molti i libri, autobiografici e non, che danno voce a chi si lascia la Cina alla spalle, a chi è nato o cresciuto nel Paese straniero scelto dai propri genitori spesso in cerca di riscatto, a chi vive in bilico tra due culture. Spesso nascono dalla penna dei cosiddetti “scrittori d’oltremare”, etichetta che viene attribuita a quegli scrittori cinesi o di origini cinesi, che vivono all’estero e scrivono in cinese o nella lingua del Paese in cui si sono trasferiti.

Si tratta ovviamente di una classificazione molto approssimativa che comprende, oltre a scrittori e scrittrici migranti nati in Cina, a Taiwan e a Hong Kong e poi trasferitisi in un altro Paese, anche autori e autrici che hanno origini cinesi ma sono nati e cresciuti in Paesi stranieri.

In molti dei loro libri ripercorrono la loro esperienza diretta o quella dei propri familiari, parlano di identità e ricerca delle origini, razzismo ed esclusione. Leggerli può aiutare a capire i cinesi e a comprendere cosa significhi davvero vivere in un Paese che non è il proprio, con cultura e tradizioni profondamente diverse.

 

ROMANZI

Sono tantissimi i romanzi che raccontano storie di migrazione e di migranti cinesi.

Iniziamo con alcuni titoli che parlano di cinesi immigrati in Europa.

la vita secondo banana_coverUno dei primi titoli pubblicati in Italia è La vita secondo Banana scritto da PP Wong (Baldini&Castoldi, 2016). Xing Li e il fratello sedicenne Lai Ker, rimasti orfani, vengono affidati alla nonna, donna rigorosa e fiera delle proprie origini cinesi. Dalla periferia di Londra i due fratelli sono costretti a trasferirsi a Kensington, da una scuola pubblica a un esclusivo istituto privato, dall’isola felice del loro piccolo nucleo famigliare alla vita con la nonna, lo strano zio Ho e la dolce zia Mei. A casa ci sono nuove regole: è vietato parlare durante i pasti, si mangia solo cibo cinese e lo zio ha sempre la precedenza per fare la doccia; a scuola ci sono i nuovi compagni e ci sono i bulli, quelli che di lei vedono soltanto i tratti orientali e il nome quasi impronunciabile. Agli occhi dei suoi concittadini britannici Xing Li è solo una dei tanti immigrati; poco importa che sia nata a Londra, parli con l’accento cockney e non sappia spiccicare una parola di mandarino, che adori il fish and chips e che non abbia mai viaggiato oltre Bath. Stretta fra due realtà, Xing Li non sa bene chi è, dove siano le sue radici, non capisce perché l’accettazione debba passare per i tuoi tratti somatici e non dall’essere una dodicenne come tante altre, almeno finché un amico, una tartaruga e la scoperta di tante verità ancora sconosciute le permetteranno di fare chiarezza nei suoi sentimenti.

cover a modo nostro chen heInizia, invece, come un giallo, ma riserva poi sviluppi totalmente inattesi A modo nostro di Chen He (Sellerio, 2018). L’arrivo a Parigi di Xie Qing, partito da Wenzhou per riconoscere il cadavere della moglie Yang Hong, che l’ha lasciato anni prima ed è morta in seguito a un incidente stradale in circostanze che il marito ritiene poco chiare, dà il via a una storia che si dipana su più piani, tra la Francia, l’Albania e la Cina, mescolando sapientemente passato e presente. La ricostruzione della vita parigina di Yang Hong e i ricordi del suo passato, dall’infanzia alla vita familiare, sono l’occasione per raccontare spaccati di storia cinese, mentre la nuova vita di Xie Qing in Europa accende i riflettori sugli emigrati cinesi che lasciano la Cina per far fortuna in Europa.

non chiamarmi cina copertinaCi porta, invece, in Italia Non chiamarmi Cina! di Luigi Ballerini (Giunti, 2012), un breve romanzo per ragazzi, scritto in forma di diario dal protagonista maschile della storia. Toto ha diciassette anni,  vive a Milano, gioca a calcio, ha il suo giro di amici e sogna di diventare calciatore professionista. La sua routine viene sconvolta dall’incontro con Rossana, una ragazza cinese, bella e riservata, che dopo la scuola trascorre il suo tempo nel ristorante dei suoi genitori, immigrati in Italia dalla Cina. L’incontro tra i due ragazzi diventa un’occasione di confronto tra due culture, di immigrazione e di voglia di integrazione.

Sempre in Italia sono ambientati i due romanzi di Andrea Cotti, Il cinese e L’impero di mezzo, (Rizzoli, 2018 e 2021), che hanno per protagonista il vicequestore Luca Wu, impegnato a risolvere casi e a stanare criminali mentre tenta di riallacciare i fili della sua identità, in bilico tra Cina e Italia.

Tanti poi i titoli che raccontano storie di immigrazione cinese negli Stati Uniti, con protagonisti decisi ad inseguire il sogno americano.

una vita libera_coverSpicca sicuramente Una vita libera di Ha Jin (Neri Pozza, 2005). Protagonista è Nan Wu, un letterato cinese che, subito dopo i fatti di Tian’anmen, trovandosi in America per una specializzazione assieme alla moglie, decide, anziché rientrare in patria, di fare arrivare dalla Cina anche il piccolo Taotao, loro unico figlio, e cercare di ottenere la cittadinanza americana. Così si apre il calvario della famiglia Wu. Nan e la moglie si arrabattano per garantire a sé stessi e al bambino un presente vivibile e un futuro dignitoso.  Accantonata l’idea della carriera accademica, marito e moglie si danno da fare, lei come custode presso una facoltosa vedova americana che la tratta dall’alto in basso; lui come guardiano notturno prima e come aiuto cuoco e cameriere poi. Ammazzandosi di lavoro, Nan e Pingping riescono a comprare un ristorantino già appartenuto a un’anziana coppia di taiwanesi e a diventare alla fine proprietari di una casa con giardino e laghetto, realizzando così il sogno americano. Ma a che prezzo?

famiglia wang contro il resto del mondoAnche quella raccontata da Jade Chang in La famiglia Wang contro il resto del mondo (Ponte alle Grazie, 2017) è la storia di un sogno americano infranto. Charles Wang, emigrato da Taiwan in California, riesce a costruire un impero nel settore dei cosmetici, ma dopo aver assaporato ricchezza e benessere finisce tra le vittime della grande crisi economica del 2008. Senza più una casa, senza più un lavoro e senza più un dollaro, Charles Wang vede un’unica via d’uscita: tornare in Cina, recuperare le terre che un tempo appartenevano alla sua famiglia e ripartire da lì. Un piano in cui intende coinvolgere la sua famiglia al completo. Parte così in un viaggio attraverso l’America, da Los Angeles a New York, per recuperare i suoi tre figli, Grace, Andrew e Saina, deciso poi a partire con loro per raggiungere Pechino, che diventa la meta del suo nuovo sogno, questa volta tutto cinese.

nella terra dei peschi in fioreMolto interessanti per approfondire la tematica della migrazione cinese negli Usa anche due titoli pubblicati da Editrice Nord nel 2022: Nella terra dei peschi in fiore di Melissa Fu e La strada delle nuvole di Jenny Tinghui Zhang, entrambe al loro esordio letterario.

Nella terra dei peschi in fiore, ripercorrendo la storia di tre generazioni, passando dalla Cina a Taiwan, fino ad arrivare negli Stati Uniti, racconta cosa hanno significato per i cinesi la seconda guerra con il Giappone, iniziata nel 1937, e la guerra civile che ha contrapposto nazionalisti e comunisti e quali ripercussioni hanno avuto sulle loro vite, mostrandoci cosa è la strada delle nuvole_coveraccaduto a chi ha scelto di fuggire a Taiwan, mentre La strada delle nuvole fa luce sulla situazione in cui vivevano i cinesi immigrati negli Stati Uniti alla fine dell’Ottocento, alle prese con discriminazioni razziali e il movimento anticinese americano.

Nello stesso periodo è ambientato anche Quanto oro c’è in queste colline, romanzo d’esordio di C Pam Zhang (66thand2nd, 2021). Racconta la vicenda di Lucy e Sam, dodici e undici anni, che dopo la morte del padre si ritrovano all’improvviso quanto oro c'è in queste collinein fuga in una terra ostile. Al tramonto della febbre dell’oro, con il cadavere del padre sulle spalle, partono per un viaggio nel grande Ovest americano per dargli degna sepoltura. Nell’ombra del ricordo del padre violento, per cui nutrono sentimenti contrastanti, Lucy e Sam dovranno cercare la loro strada in mezzo a paesaggi brutali e incantati, anche a costo di separarsi, e scoprire a poco a poco i segreti del loro passato familiare insieme a quelli del loro Paese, l’America.

Protagoniste femminili, invece, per quattro romanzi d’esordio dal taglio decisamente diverso: Kitchen Chinese di Ann Mah (66thand2nd, 2011), Ivy di Susie Yang (Neri Pozza, 2021), Chimica di Wang Weike (Edizioni Clichy, 2021) e Superfake di Kirstin Chen (Neri Pozza Beat, 2023).

kitchen chinese_coverKitchen Chinese racconta in maniera ironica il riscatto di Isabelle Lee, americana di origine cinese che, dopo essere stata improvvisamente licenziata dalla rivista di moda newyorkese per cui lavora e lasciata in tronco dal fidanzato, si lascia tutto alle spalle e vola in Cina, dove vive la sorella Claire, avvocata di successo, dai modi parecchio snob. Anche se inizialmente le cose non saranno affatto semplici e inserirsi nella vita di Pechino sarà più dura del previsto, Isabelle riuscirà a superare le sue paure e a togliersi parecchie soddisfazioni, realizzandosi sia sul piano personale che su quello professionale.

ivy_coverÈ, invece, nata in Cina e cresciuta in America Ivy, protagonista dell’omonimo romanzo. Stretta tra la difficoltà di fare i conti con le sue origini,un rapporto contrastato con la sua famiglia così diversa da quella dei suoi amici e il desiderio di essere accettata dai suoi coetanei, Ivy è una donna complessa, che Susie Yang racconta in ogni sua sfaccettatura, svelando al lettore anche i suoi lati più oscuri, senza edulcorare nulla, senza giustificarla in alcun modo.

superfake_coverLati oscuri che ritroviamo anche in Ava Wong e Winnie Fang, le due protagoniste di Superfake, romanzo in cui Kirstin Chen traccia i ritratti avvincenti di una sino-americana disillusa dalla realizzazione dei suoi rispettabili sogni e di una cinese incurante del fatto che il mondo guardi gli asiatici dall’alto in basso, raccontando la storia di due giovani donne moderne decise ad avere di piú dalla loro esistenza, a qualsiasi costo, senza nessuno scrupolo.

Infine, in Chimica, Weike Wang dà voce a una giovane chimica_coverstudentessa cinese emigrata in America, che a prima vista potrebbe sembrare aver trovato la formula giusta per una vita felice. Sta portando a termine, infatti, un prestigioso dottorato di ricerca in chimica e il suo fidanzato, un brillante scienziato lanciato verso un’altrettanto brillante carriera, le ha appena chiesto di sposarlo. «Chiedimelo di nuovo domani» risponde però lei, uscendo così fuori rotta e iniziando a vagare «come una particella di gas che svolazza nello spazio». E intanto sente che anche un altro amore – quello per la chimica, per quell’universo perfetto di regole e soluzioni in cui si è sempre mossa – sta entrando in crisi. Non le resterà allora che spingersi alla ricerca di un diverso tipo di chimica, seguendo una traiettoria tutta nuova in cui le formule scientifiche lasceranno il posto a quelle del cuore.

Chiudo questa carrellata di titoli dedicati a storie migranti con due libri che si addentrano nel complicato e delicato rapporto tra genitori e figli.

foresta fantasma_coverIl primo è Foresta fantasma di Pik-Shuen Fung (Il saggiatore, 2022), un racconto intimo e toccante del rapporto tra una figlia e un padre lontani, perché parte di una di quelle che i media di Hong Kong definivano famiglie astronauta. Nel 1997 Hong Kong passa dopo un secolo dalla sovranità del Regno Unito a quella della Cina e i suoi abitanti si trovano di fronte a una scelta: restare e vivere sotto un potere autoritario o abbandonare tutto ed emigrare in cerca di una vita migliore. Foresta fantasma è la storia delle conseguenze della decisione di un padre di restare a lavorare in patria mandando a vivere la propria famiglia in Canada.

la scuola per le buone madri_coverIl secondo titolo è La scuola per le buone madri di Jessamine Chan (Mondadori, 2023), dove ad essere sviscerato è invece il rapporto tra una madre e una figlia. Frida Liu è una donna in crisi. Il suo lavoro non è all’altezza dei sacrifici fatti dai suoi genitori, immigrati cinesi, per permetterle di frequentare buone scuole; l’ex marito Gust l’ha lasciata per una ragazza più giovane di lei. Solo quando è con Harriet, la sua splendida bimba di poco più di un anno, Frida sente di aver raggiunto quella perfezione che tutti pretendono da lei. Fino a quando, per un solo momento di debolezza, il destino di Frida arriva a dipendere dal giudizio di una serie di funzionari governativi, che devono decidere se inviarla in un istituto dove decretare il successo o il fallimento dei suoi sforzi genitoriali. Davanti alla possibilità di perdere Harriet per sempre, Frida deve dimostrare che una cattiva madre può essere salvata e può imparare a essere buona.

 

RACCONTI

cinarriamo_copertinaNon sono molti i racconti che raccontano la migrazione cinese. Spiccano, però, due raccolte nate da un progetto lanciato da Orientalia editrice per dare voce ai sino-italiani, figli di immigrati cinesi o di coppie miste, nati o cresciuti in Italia, chiamati a scrivere storie reali o di fantasia in cui trovasse spazio la narrazione dell’elaborazione identitaria.

Il risultato sono le due raccolte Cinarriamo volume 1 e 2, in cui i giovani cinesi di seconda generazione hanno avuto l’opportunità di raccontare sé stessi, rivelando ciò che sentono e vivono e svelando al lettore una realtà lontana da quegli stereotipi che puntualmente si ripropongono quando si parla della comunità cinese in Italia. Oltre la chiusura percepita e i pregiudizi radicati c’è molto altro, c’è un’eterogeneità di situazioni, di esperienze e di sentimenti che è riduttivo e sbagliato tentare di banalizzare riducendola a un’uniformità che nulla ha a che vedere con la realtà.

 

SAGGI

Passando ai saggi parto da due titoli scritti da cinesi che vivono in Italia da molti anni, Zhang Changxiao e Hu Lanbo, entrambi impegnati nell’abbattere muri e costruire ponti tra Cina e Italia incentivando gli scambi culturali e la conoscenza reciproca.

la costellazione del dragoneNel 2020 Piemme ha pubblicato La costellazione del dragone. I segreti delle Chinatown italiane di Zhang Changxiao, in cui l’autore, noto anche come Sean White, alza il velo che nasconde ai nostri occhi le Chinatown italiane e nel farlo distrugge uno per uno i cliché sui cinesi, e sulla Cina tutta, più diffusi in Italia. I cinesi non sono più, o non sono interamente, un popolo di lavoratori indefessi che sopravvivono con un piatto di riso e dormono in otto nella stessa stanza. Non sono più, o forse non sono mai stati, un popolo che pensa soltanto ai soldi, capace unicamente di copiare le idee altrui. Non saranno mai persone tutte uguali, interscambiabili, fatte in serie. Quello che sono, invece, è un gruppo di persone che si trova a vivere in bilico fra due patrie, due modi di pensare, due identità, due interi mondi.

Vaso-cinese_copertinaEd è un po’ quello che fa anche Hu Lanbo scrivendo Il vaso cinese (Cina in Italia, 2021), libro con cui spera di agevolare conoscenza e comprensione reciproche e ridurre il divario che persiste tra Oriente e Occidente, tra Cina e Italia. La chiave scelta da Hu Lanbo per raccontare agli occidentali la sua cultura è farlo attraverso le sue esperienze personali, che rendono più facile capire concetti e abitudini lontani dalla nostra realtà. In questo modo il libro riesce a rispondere ad annosi interrogativi e a smontare radicati pregiudizi, quali la credenza infondata che i cinesi non muoiano mai e i dubbi sulla libertà di culto in Cina, oppure le domande su come siano i rapporti familiari tra i cinesi e su cosa rappresenti la patria per loro.

Si occupa di cinesi in Italia, ma con un taglio storico, I cinesi in Italia durante il fascismo di Philip Kwok (Phoenix Publishing, 2018), che ha raccolto le storie e le vicissitudini di oltre duecento cittadini cinesi, i due terzi dei cinesi residenti in Italia in quel periodo, internati in campi di concentramento italiani durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

LIBRI AUTOBIOGRAFICI

cuore di seta_coverRestiamo in Italia con Cuore di seta. La mia storia italiana made in China di Shi Yang Shi (Mondadori, 2017), immigrato dalla Cina in Italia nel 1990 e noto al pubblico italiano per la sua partecipazione al programma televisivo Le Iene e per la sua carriera di attore.

In Cuore di seta ripercorre la sua storia, dalla partenza dalla Cina all’arrivo in Italia, un Paese sconosciuto, dove tutto gli è estraneo e le aspettative che avevano spinto la sua famiglia a lasciare la Cina si infrangono subito contro una realtà molto diversa da quella che si aspettavano. Shi Yang Shi si mette a nudo in un racconto che svela la sofferenza che ha accompagnato il suo percorso di crescita, in cui si trova costantemente a dover conciliare i valori della sua infanzia e le tradizioni cinesi con la nuova realtà che spesso sembra confliggere con quella in cui è cresciuto. La sua voglia di riscatto gli darà la forza di non arrendersi e di trovare la sua strada, in un cammino di consapevolezza che da una parte gli consentirà di trovare il successo in una situazione in cui le premesse facevano presagire un futuro non certo dei migliori e dall’altra lo porterà ad accettare e a essere se stesso, al di là delle aspettative e della convenzioni familiari.

stranieri su un molo_coverAnche Stranieri su un molo di Tash Aw, (add editore, 2022) ripercorre la storia della sua famiglia, confidando al lettore le difficoltà che la migrazione ha comportato, non solo legate all’adattamento in una realtà altra rispetto alla propria, ma anche al percorso di accettazione che l’autore confida di aver dovuto fare, sentendosi diviso tra diverse culture, lingue e tradizioni. Gli stranieri su un molo del titolo sono i nonni dello scrittore che negli anni Venti fuggirono dalla Cina per trasferirsi nella campagna della Malesia, affrontando un complicato viaggio in barca, quando erano appena adolescenti.

Tra gli scritti autobiografici, segnalo poi due libri scritti e pubblicati in un particolare periodo storico: la pandemia.

semi di tè_coverSemi di tè di Lala Hu (People, 2020) raccoglie le storie di solidarietà di quattro sino-italiani molto diversi tra loro, ma legati dal fatto di appartenere a due culture, quella cinese e quella italiana. L’autrice presenta così, attraverso un attore, un medico, un intellettuale e una volontaria, uno spaccato variegato e poco conforme agli stereotipi. Il libro è per loro un’occasione per interrogarsi sulla propria identità e sul proprio ruolo nella società italiana e per riflettere e individuare nuove forme di partecipazione e collettività.

noi restiamo qui_coverNoi restiamo qui (Cina in Italia, 2020) mette insieme i racconti di ventidue cinesi in Italia, che durante la pandemia hanno voluto far sentire la propria voce, dire che i timori e le difficoltà che stavano vivendo gli italiani erano gli stessi affrontati anche da loro, preoccupati per le notizie che arrivavano dal loro Paese d’origine e per come la situazione si stava evolvendo in Italia. Sono cinesi che vivono in diverse parti d’Italia, che svolgono lavori diversi, che hanno vite e storie profondamente differenti gli uni dagli altri. Un coro di voci eterogenee che si sono unite in un momento drammatico per l’Italia, per la Cina e per il mondo intero.

 

FUMETTI

Infine, non potevo non citare tre fumetti che affrontano il tema della migrazione cinese in maniera egregia.

american born chinese_coverAmerican Born Chinese di Gene Luen Yang (Tunué, 2022) racconta tre storie parallele che svelano cosa significa sentirsi esclusi ed estranei e come riuscire a fare i conti con la propria identità. Le tematiche affrontate sono molteplici. Si parla di stereotipi, discriminazioni, bullismo, relazioni interetniche, negazione e affermazione di sé stessi. È quindi un graphic novel che presenta più livelli di lettura e numerosi spunti di riflessione, dalla poca attenzione per le culture altre in ambito scolastico alla presunta superiorità della cultura americana su quella delle minoranze, fino all’incapacità di coglierne i tratti caratteristici e le specificità, confondendo ad esempio cinesi e giapponesi.

Torniamo, infine, in Italia con volumi realizzati da Ciaj Rocchi e Matteo Demonte e pubblicati da Becco Giallo nel 2015 e nel 2017: Primavere e Autunni e Chinamen. Un secolo di cinesi a Milano.

primavere e autunni_coverPrimavere e Autunni narra la storia di Wu Li Shan, un giovane venditore ambulante di cravatte, arrivato a Milano nel 1931 da uno sperduto villaggio di montagna della Cina orientale. Wu non conosce l’italiano e ha a malapena una stanza dove stare, ma quella città gli piace: adora il rumore dei passi cadenzati sui marciapiedi, le carrozze sulle strade, le chiacchiere delle belle signore che tengono i figli per mano. Prima che a Milano Wu ha vissuto in altre grandi città, come Parigi ed Amsterdam, eppure comprende che è l’Italia il luogo che il destino ha scelto per lui e per il futuro della sua famiglia. Da venditore ambulante a titolare d’azienda, dal matrimonio con la sarta italiana Giulia alla Rivoluzione Maoista che lo allontanerà per sempre dal paese natale, pagina dopo pagina la vita e le imprese di Wu rinascono nella memoria più intima del nipote per diventare finalmente una storia universale.

chinamen coverChinamen. Un secolo di cinesi a Milano, invece, è frutto di una ricerca che porta a ripercorrere la storia collettiva dei lignaggi storici della migrazione cinese in Italia. Dai primi commercianti arrivati a Milano per Expo 1906 al timido flusso migratorio degli anni Venti, dalla nascita della comunità cinese di Milano e Bologna alla prigionia nei campi di concentramento durante il Fascismo, dalla nascita delle prime famiglie miste dopo la Seconda guerra mondiale ai grandi imprenditori italo-cinesi degli anni Sessanta e Settanta. Un saggio a fumetti che ricostruisce cento anni di storie di immigrazione e integrazione cinese in Italia.