Wuhan è il capoluogo della provincia dello Hubei, nella Cina centrale, fino a qualche anno fa quasi sconosciuta in Occidente
Wuhan è il capoluogo della provincia dello Hubei, nella Cina centrale. La città sorge alla confluenza del fiume Han e del fiume Azzurro, che dividono l’area metropolitana composta da tre centri: Wuchang, Hankou e Hanyang.
Prima che diventasse l’epicentro della pandemia di Covid-19, in Occidente in pochi conoscevano l’esistenza di Wuhan. E, infatti, rispetto alle metropoli più note, come Pechino e Shanghai, i libri ambientati a Wuhan tradotti in italiano sono decisamente meno e perlopiù legati proprio all’epidemia scoppiata alla fine del 2019.
Ho deciso, quindi, di partire proprio da questi titoli.
Il primo, e sicuramente il più noto, è Wuhan. Diari da una città chiusa di Fang Fang (Rizzoli, 2020). Il libro raccoglie i post che la scrittrice e poetessa originaria di Wuhan ha pubblicato su WeChat e Weibo durante il periodo della quarantena nella sua città. Il primo è datato 25 gennaio 2020, l’ultimo 24 marzo 2020, quindi dal primo giorno del Capodanno lunare cinese fino all’annuncio della revoca della quarantena.
Come ammette lei stessa nella parte introduttiva, quando ha iniziato a scrivere la sua prima riflessione su Weibo, il Twitter cinese, di certo non sapeva quante altre ancora ne avrebbe scritte in quel periodo, non sapeva che i suoi post sarebbero stati cancellati dalla censura subito dopo essere stati pubblicati, né si aspettava che le sue parole avrebbero appassionato milioni di lettori cinesi, né tanto meno poteva immaginare che sarebbero state raccolte in un libro tradotto e letto in molti altri Paesi del mondo.
Nelle sue annotazioni Fang Fang racconta ciò che vive quotidianamente, le sue difficoltà, i suoi timori e quelli dei suoi amici e conoscenti. Si interroga su quello che sta succedendo nella sua città e nel resto della Cina, si chiede se e come si sarebbe potuto evitare e invita le autorità ad un’assunzione di responsabilità. Fa nomi e cognomi di medici e autorità che ritiene abbiano commesso degli errori nella gestione dell’emergenza, specialmente nella fase iniziale.
Si inserisce nello stesso contesto e racconta il lockdown di Wuhan anche Buongiorno, Wuhan! di Sara Platto (De Agostini, 2020), anche se lo fa con un tono totalmente diverso. Il 23 gennaio 2020 Matteo compie dodici anni. Ha organizzato una festa spettacolare per divertirsi con i suoi amici e non sta più nella pelle al pensiero. Purtroppo per lui, però, all’alba di quel giorno la sua città si risveglia blindata. Matteo infatti vive a Wuhan, in Cina, e le autorità hanno autorizzato quella che sarà la più lunga quarantena dell’epoca contemporanea. Circa sessanta milioni di persone, l’intera regione dello Hubei, resteranno isolati nelle loro case fino all’8 aprile, a causa di una misteriosa polmonite.
Per Matteo comincerà una vita molto diversa, tutta consumata tra le mura dell’appartamento che divide con sua madre Sara, veterinaria e docente all’università della città. Fra videolezioni in solitaria e tragicomiche avventure con i gattini Gingy e Deawy, Matteo e Sara affronteranno nuovi problemi e preoccupazioni inedite. Matteo e Sara trovano la forza di resistere nelle persone che li circondano. Vicini di casa, compagni di giochi, colleghi: Wuhan si stringe attorno a loro come un abbraccio, li coccola e li rallegra.
È, invece, affidata a un albo illustrato la storia di Li Wenliang, il primo medico a lanciare l’allarme per la diffusione del nuovo coronavirus. Il dottor Li e il virus con in testa una corona di Francesca Cavallo (Feltrinelli, 2020) racconta della preoccupazione del medico, di come la polizia ha cercato di zittirlo, accusandolo di diffondere il falso e della sua morte a causa del Covid-19 il 7 febbraio 2020. Il dottor Li è diventato un simbolo universale dell’importanza della ricerca scientifica e della libertà e il libro offre ai bambini uno spazio per esplorare i sentimenti vissuti durante la pandemia attraverso le storie di tenacia e coraggio di chi ha lottato in prima linea.
Un’uscita più recente che ci riporta allo stesso periodo è Il dossier Wuhan di Qiu Xiaolong (Marsilio, 2023), che ha per protagonista Chen Cao, ormai ex ispettore capo della polizia di Shanghai ed ex direttore dell’ufficio per la Riforma del sistema giudiziario, visto che la sua licenza di convalescenza – impostagli per metterlo fuori gioco – non sembra avere fine. Intanto la pandemia di coronavirus, partita da Wuhan, si sta diffondendo in modo incontrollato, e anche le strade di Shanghai cominciano a essere attraversate da ambulanze che sfrecciano a sirene spiegate e da addetti dei comitati di quartiere che intimano alla popolazione di rimanere in casa. Se in un primo tempo le autorità hanno tentato di insabbiare i problemi per «mantenere la stabilità sociale», adesso colgono l’occasione per stringere il cappio della sorveglianza e della repressione. Mentre si dedica alla traduzione in inglese di un dossier sugli effetti della politica zero-Covid del governo, Chen Cao viene nominato «consulente numero uno» della squadra investigativa incaricata di far luce sulla morte violenta di tre persone legate al prestigioso Ospedale Renji. Consapevole del proprio destino da sorvegliato speciale, l’ex poliziotto, nonché poeta e buongustaio, dovrà prendere una decisione nei confronti di un regime sempre più autoritario, ma anche nei confronti di Jin, preziosa assistente che ancora scalda il suo cuore.
Ambientazione totalmente diversa, invece, per il romanzo K. L’arte dell’amore di Hong Ying (Garzanti, 2005). Basato su una storia vera, è un romanzo che racconta l’amore al di là di cliché e stereotipi.
Julian Bell è figlio di Vanessa Bell e nipote di Virginia Woolf. Appena sbarcato in Cina per insegnare all’università, è affascinato dalla cultura cinese, curioso di conoscere il Paese e di vivere nuove esperienze. Ma la sua permanenza in Cina, su cui incombe l’ombra dell’invasione giapponese e soffiano venti rivoluzionari, prenderà una piega del tutto inaspettata in seguito al suo incontro con Lin Cheng, scrittrice e poetessa, moglie del rettore dell’Università dove Julian insegna. All’apparenza schiva e riservata, la donna comincerà a frequentare le lezioni di Julian e tra i due si innescherà un’attrazione incontrollabile, spirituale e fisica, che porterà Julian a mettere in discussione ogni sua certezza, a rivedere completamente il suo rapporto con l’altro sesso e a ripensare la sua immagine della donna e della Cina.
Infine, vi segnalo un libro ambientato nel periodo della Rivoluzione Culturale. Si tratta del libro per ragazzi La rivoluzione non è un pranzo di gala di Ying Chang Compestine (Giunti, 2009), ambientato a Wuhan all’inizio degli anni Settanta. La piccola Ling ha poco più di dieci anni e vive con i genitori. Il padre sogna gli Stati Uniti. Tutto inizia quando il compagno Li, un capo delle Guardie Rosse incaricate di portare a compimento la Rivoluzione Culturale di Mao nelle province cinesi, requisisce una stanza nell’appartamento della famiglia di Ling e vi si stabilisce. La famiglia di Ling è tacciata di simpatie borghesi, il padre si vede togliere il lavoro di chirurgo e viene costretto al lavoro di inserviente nello stesso ospedale. Mentre la città è sempre più invasa dagli enormi poster raffiguranti il presidente Mao che osserva con sguardo apparentemente benigno e distante la popolazione, mentre le Guardie Rosse continuano a imperversare, sempre più arroganti, costringendo adulti e bambini a una professione di obbedienza alla Rivoluzione che si manifesta nella mortificazione personale, la giovane Ling cresce in un mondo che non riesce più a capire, in una realtà enigmatica in cui le dichiarazioni sulla bontà della Rivoluzione sono costantemente contraddette dalle umiliazioni quotidiane.