La scrittrice smonta pezzo dopo pezzo le narrazioni di Hong Kong tratteggiate dal punto di vista britannico e da quello cinese, svelandoci il volto di un territorio la cui identità continua ad essere negata
Quanto sappiamo veramente di Hong Kong? Oltre al suo passato coloniale e al suo presente costellato di grattacieli, che si affiancano alle immagini rilanciate da giornali e televisioni in occasione delle proteste contro l’ingerenza cinese, conosciamo veramente questa regione amministrativa speciale della Cina, composta dall’omonima isola nel Mar Cinese Meridionale, dalla penisola di Kowloon e dai cosiddetti Nuovi Territori?
Se la risposta è no e avete intenzione di colmare qualche lacuna, La città indelebile. Hong Kong tradita e ribelle di Louisa Lim, tradotto dal Simone Roberto e pubblicato da add editore nel 2023 è un libro che fa sicuramente al caso vostro.
Louisa Lim non è nata a Hong Kong, ma vi ha vissuto a lungo, fin dall’infanzia. Di madre inglese e padre cinese, giornalista e scrittrice, si occupa di Cina e Hong Kong da più di vent’anni. Corrispondente per BBC e autrice di articolo per il New York Times, il Washington Post e il Guardian, attualmente insegna giornalismo all’Università di Melbourne in Australia.
Nella sua vita si è sempre sentita in bilico tra diverse identità, non sentendosi né pienamente hongkonghese, né totalmente straniera.
Che posto c’era per una come me, una non-nativa che, malgrado i migliori sforzi, parlava tuttora un cantonese pessimo? Avevo sempre istintivamente percepito Hong Kong come la mia casa, ma d’un tratto mi accorsi di quanto poco fossi integrata.
Un destino che sembra accomunarla proprio alla terra che le sta così a cuore, stretta tra il suo passato di colonia britannica e il suo presente di regione amministrativa speciale cinese. Con La città indelebile, quindi, tenta di ridare a Hong Kong la sua vera identità, quella nascosta da decenni dietro le narrazioni ufficiali.
Per farlo ricostruisce la sua storia, il suo passato coloniale e il suo ritorno alla Cina. Ma non si limita ad elencare i fatti storici. Arricchisce il racconto raccogliendo le voci di calligrafi ribelli, archeologi in protesta, curatori attivisti e manifestanti in prima linea. Alle loro storie personali, affianca la sua.
Louisa Lim descrive i profondi cambiamenti di cui è testimone diretta. Cambiamenti che stanno trasformando i tratti distintivi di Hong Kong. Osserva la graduale soppressione delle libertà, rileva il processo di assimilazione in atto e prende atto dell’approvazione della legge sulla sicurezza nazionale del 2019, raccontando, e appoggiando, le proteste dei movimenti che a più riprese tentano di far sentire la loro contrarietà, dalla Rivoluzione degli Ombrelli nel 2014 agli scioperi della fame di Joshua Wong, fino alla repressione da parte della polizia.
A fare da collante a questo racconto, storico e personale, è la figura del Re di Kowloon, un personaggio diventato un’icona di resistenza, le cui calligrafe hanno attraversato la storia di Hong Kong, incarnandone lo spirito più profondo.
Louisa Lim non resta neutrale nel suo racconto, ammette di non riuscire a mantenere il distacco che il suo ruolo di cronista le imporrebbe. Ma questo è uno degli aspetti che rende La città indelebile un libro coinvolgente, in grado di colpire il lettore, anche nel caso conosca poco del passato e del presente di Hong Kong, di portarlo a riflettere e a interrogarsi sulla situazione hongkonghese e di aiutarlo a comprenderla più a fondo.
Una menzione speciale merita la copertina, disegnata da Lucrezia Viperina, autrice di altre meravigliose copertine per add editore, tra cui quelle di Stranieri su un molo di Tash Aw e All’ombra del dragone di Sebastian Strangio.