Quattro racconti in cui convivono atmosfere imperiali, elementi storici e ambientazioni futuristiche
Un eunuco, un indovino, un assassino e un medico sono i quattro protagonisti dei quattro racconti di Feng Tang pubblicati da Orientalia editrice in Palle imperiali e altri racconti. Tradotti in italiano da Lavinia Benedetti, sono stati estrapolati da una raccolta di otto racconti pubblicati per la prima volta in Cina nel 2012 e selezionati per questa edizione italiana con il contributo dell’autore.
Feng Tang, pseudonimo di Zhang Haipeng, è uno scrittore fuori dagli schemi, non etichettabile e non riconducibile a una corrente letteraria. Nato all’inizio degli anni Settanta e cresciuto nei decenni caratterizzati dalla crescita economica della Cina, innescata dalle politiche di riforma e apertura lanciate da Deng Xiaoping, e da profonde trasformazioni sociali, Feng Tang è autore di opere di successo, adattate anche per cinema e televisione, tra cui la Trilogia di Pechino, composta da tre romanzi di cui il primo, Una ragazza per i miei 18 anni, è appena stato pubblicato da Orientalia editrice.
I quattro racconti contenuti in Palle imperiali hanno una spiccata eterogeneità, con protagonisti, personaggi, ambientazioni e tempi profondamente diversi tra loro. Una diversificazione di contenuti e modalità narrative che si riflette anche nello stile particolare e nel linguaggio utilizzato, in cui convivono riferimenti storici, citazioni colte ed espressioni informali, a volte anche volgari.
Un aspetto sottolineato e spiegato dalla traduttrice Lavinia Benedetti nell’interessante postfazione, fondamentale per riuscire a comprendere meglio alcune sfaccettature dell’autore, del suo stile e dei racconti.
Tra gli aspetti evidenziati l’influenza della tradizione. In particolare, i racconti di Feng Tang vengono messi in relazione con l’opera dello storico Sima Qian, vissuto tra il 145 a.C. e l’86 a.C., autore dello Shiji (Memorie storiche), la prima grande opera storiografica cinese, basata su documenti raccolti negli archivi di corte durante i suoi viaggi.
La struttura dei racconti di Feng Tang ricalca proprio la struttura della biografie scritte dal grande storico cinese, come si evince dal fatto che i racconti, non solo «iniziano tutti con un riferimento storico», ma sono «biografie immaginarie, costruite sulla falsariga delle biografie di Sima Qian», in cui l’autore attinge dalla Storia per dare forma alle storie dei suoi protagonisti.
L’influsso del passato si ritrova anche sul piano linguistico. Come si legge ancora nella postfazione:
Feng Tang gioca con la lingua e adotta tecniche narrative che ammiccano ai lettori culturalmente in grado di rimettere insieme i frammenti della storia, guidandoli affinché essi possano scoprire autonomamente le verità morali nascoste in essa.
I racconti, quindi, si prestano a più livelli di lettura, che consentono di spaziare nella storia e nella tradizione cinesi, toccando però tematiche senza tempo, come potere, inganni, violenza, desideri e perversioni sessuali, in un modo che spiazza il lettore.
Pagina dopo pagina, nulla è scontato o prevedibile. Dalle atmosfere imperiali del passato, Feng Tang arriva fino al terzo millennio, senza mai perdere il suo piglio disincantato e dissacrante.