Il racconto di Chen Yuanbin mette in luce le problematiche e le contraddizioni del sistema giudiziario cinese alla fine degli anni Ottanta
Ci sono libri che devono il successo alla loro trasposizione cinematografica. La storia di Qiu Ju di Chen Yuanbin (Atmosphere Libri, 2019) è uno di questi.
Pubblicato in Cina nel 1992, non solo vince il premio come miglior romanzo dell’anno, ma viene adattato per il grande schermo dal regista Zhang Yimou, che per la sceneggiatura si avvale della collaborazione di Liu Heng, autore del romanzo La vita felice del ciarliero Zhang Damin (Atmosphere Libri) e sceneggiatore di film e serie televisive cinesi di successo.
La pellicola, in cui il ruolo della protagonista è affidato all’attrice Gong Li, vince il Leone d’Oro come miglior film e la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile alla Mostra del Cinema di Venezia.
Questo contribuisce notevolmente alla notorietà del romanzo e del suo autore Chen Yuanbin a livello internazionale. La storia di Qiu Ju viene tradotta da Lorenzo Lafirenza e pubblicata in Italia quello stesso anno da Theoria con il titolo La moglie di Wan va in tribunale, mentre la più recente riedizione curata da Atmosphere Libri ripropone il testo con lo stesso titolo della riuscita trasposizione cinematografica firmata Zhang Yimou.
Protagonista del romanzo è la contadina Qiu Ju alle prese con la burocrazia cinese, di fronte alla quale, nonostante ostacoli e difficoltà, non si arrende, decisa a riparare a tutti i costi un’aggressione subita dal marito da parte del capovillaggio.
Mentre il marito è impegnato a ristabilirsi fisicamente, Qiu Ju comincia un lungo percorso tra i meandri della giustizia cinese, di cui ignora completamente i meccanismi che le risultano difficilmente comprensibili. Si rivolge, uno dopo l’altro, a tutti i livelli giudiziari, decisa a ottenere le scuse del capovillaggio.
Nulla riesce a farla desistere. Ma quando finalmente le sue ragioni prevalgono e la Suprema Corte riconosce le responsabilità del capovillaggio, Qiu Ju non è comunque soddisfatta. Vederlo ammanettato e portato via dal villaggio non è quello che avrebbe desidera. Le sarebbero bastate delle semplici scuse. Qiu Ju, infatti, è una donna semplice e ingenua, che non è mossa dal desiderio di vendetta né di risarcimento, ma solo dalla sete di giustizia. Ecco perché gli esiti della vicenda le risultano totalmente inaspettati e distanti da quelli sperati.
In questo racconto lungo Chen Yuanbin mette in luce le problematiche e le contraddizioni del sistema giudiziario cinese, in particolare nelle zone rurali del Paese, nonostante le riforme e i tentativi di miglioramento messi in atto dal governo cinese a partire dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso.
La storia si sviluppa in modo estremamente semplice e lineare, caratterizzato dai ripetuti spostamenti della protagonista tra il villaggio e la città, da un ufficio giudiziario all’altro. Ciò che, invece, risulta via via più intricata è l’amministrazione della giustizia cinese, che non arriva mai a pronunciarsi sulla questione denunciata da Qiu Ju, ma giudica ripetutamente se stessa, pronunciandosi di volta in volta sulle decisioni prese ai livelli giuridici precedenti.
Come scrive il traduttore Lorenzo Lafirenza nell’introduzione alla nuova edizione, la vicenda narrata nel racconto La storia di Qiu Ju esemplifica «lo sfasamento tra il sentimento popolare che affonda le sue radici nella tradizione e il modello giuridico proposto dallo Stato».
Chen Yuanbin, nato a Tongcheng, nella provincia dell’Anhui nel 1955, non è nuovo a queste tematiche. Complici i suoi studi in giurisprudenza terminati nel 1988, fin dagli esordi letterari scrive storie dedicate a casi giudiziari, che nel corso degli anni gli valgono numerosi riconoscimenti da parte della critica.
In effetti la sua produzione letteraria è ascritta al neorealismo che ha per oggetto i temi del sistema giudiziario cinese, ma è ricordato quasi esclusivamente per La storia di Qiu Ju, grazie soprattutto al film di Zhang Yimou. Del resto la pellicola, oltre ai premi, ha ottenuto anche l’appoggio del governo cinese, che ha contribuito notevolmente alla sua promozione.