Ispirandosi a una storia vera, Yan Geling racconta la capacità di dimostrarsi umani e generosi anche di fronte alle violenze più atroci e mettendo a rischio la propria vita

Quando Nanchino nel 1937 viene travolta dagli invasori giapponesi, padre Englemann cerca di portare in salvo le sue allieve del collegio di Santa Maria Maddalena. Ma le cose non vanno secondo i suoi piani e non riesce a farle partire. Costretto a riportarle al collegio, cerca di convincersi che la sua missione sia comunque un luogo sicuro, dove i giapponesi non oseranno entrare e commettere le violenze che stavano dilagando nella città.

i tredici fiori della guerra_coverInizia così il romanzo di Yan Geling I tredici fiori della guerra (Rizzoli, traduzione di Letizia Sacchini, 2006). Fin da subito le cose prendono una piega inaspettata. La guerra arriva anche lì, dentro le mura del collegio, e ogni certezza vacilla. Padre Englemann dà rifugio a tredici prostitute e ad alcuni soldati cinesi rimasti feriti e i soldati giapponesi non tardano ad arrivare.

Mentre sono nascosti nello scantinato della chiesa, si confrontano e si scontrano i diversi punti di vista dei personaggi. Quello delle giovani allieve che, abituate alla loro realtà ovattata, si mostrano terrorizzate e diffidenti nei confronti della nuove arrivate. Quello delle prostitute, sfrontate e senza filtri, giovani che hanno già da tempo dovuto lasciarsi alle spalle l’innocenza e affrontare la cruda realtà. Quello dei soldati cinesi, feriti nel corpo e nello spirito, da un nemico senza scrupoli. E infine quello dei cattolici, che si aggrappano alla loro certezza più forte, la religione.

Tutti, nel corso della storia, in seguito alla tragicità degli eventi, sono costretti a cambiare profondamente il loro modo di pensare e il loro atteggiamento versi chi li circonda.

Tredici fiori della guerra trae ispirazione dal diario della zia di Yan Geling e dalla figura della missionaria statunitense Minnie Vautrin, che durante l’invasione giapponese di Nanchino si prodigò per proteggere le allieve del proprio collegio, proprio come accade nella parte finale del romanzo.

Finale in cui prevalgono la generosità e la compassione, che vincono sulle violenze e sulla paura, anche a costo di mettere a rischio la propria vita.

La storia è raccontata con uno stile molto semplice e lineare, a tratti quasi superficiale. Se, infatti, ho apprezzato particolarmente l’ambientazione e i contenuti, ho trovato la prosa un po’ troppo scarna, mentre la forza degli eventi e dei personaggi narrati avrebbe meritato una scrittura più intensa e vibrante.

Nel 2011 il regista Zhang Yimou ha portato sul grande schermo, pur con delle modifiche, la storia raccontata da Yan Geling, nel film I fiori della guerra,  per il quale ha scelto come protagonista Christian Bale, che interpreta il ruolo di John Miller, un uomo che si finge un sacerdote e difende delle donne cinesi dai soldati giapponesi.

 

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I tredici fiori della guerra di Yan Geling
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