Mo Yan narra, in maniera sublime, una storia di barbarie e orrore, ambientata nella Cina di inizio Novecento. Un romanzo duro che colpisce e sconvolge il lettore con la crudeltà della storia e la crudezza delle descrizioni

«Le lunghe descrizioni dei terribili supplizi che si trovano in questo libro hanno lo scopo di far conoscere al lettore la barbarie e gli orrori che si sono verificati nel corso della storia, per risvegliare in lui un cuore compassionevole».

È racchiuso in queste tre righe, scritte nella nota che Mo Yan pubblica alla fine del libro, il significato più profondo del romanzo Il supplizio del legno di sandalo (Einaudi, 2001, traduzione di Patrizia Liberati). Un libro intriso di violenza, dolore, crudeltà, che lo scrittore cinese, insignito nel 2012 con il Premio Nobel, sviscera nei minimi dettagli e da diversi punti di vista.

supplizio_legno_sandaloLa vicenda è ambientata nella Cina del 1900, nel distretto di Gaomi, nella provincia dello Shandong. Nel Paese imperversa la rivolta dei Boxer, sollevata dalla Società dei Pugni e dell’Armonia contro la presenza colonialista delle potenze straniere che, in seguito alla firma dei trattati di Nanchino nel 1839 e di Tianjin nel 1858, hanno alimentato il malessere della popolazione. La dinastia Qing, in mano all’imperatrice madre Cixi (qui vi parlo del libro a lei dedicato scritto da Pearl S. Buck), è ormai prossima allo sfacelo e sulla Cina imperiale sta per calare definitivamente il sipario.

Questo è il contesto storico in cui si svolge la vicenda che ha per protagonista Sun Bing, un ex attore e cantante dell’opera dei gatti, che si ritrova, quasi inconsapevolmente, alla guida di un gruppo di ribelli decisi ad affrontare i soldati tedeschi impegnati nella costruzione della ferrovia, per la quale espropriano terre ai contadini della zona, suscitando un profondo malcontento tra la popolazione. Ma le spade, le arti marziali e gli stratagemmi messi in atto dai rivoltosi nulla possono contro i fucili e i cannoni tedeschi.

Sun Bing sarà catturato e condannato a morte, sottoposto a un terribile supplizio, il supplizio del legno di sandalo appunto. Toccherà al suocero di sua figlia Zhao Jia, boia ormai vecchio ed esperto delle torture più sofisticate, e a suo genero Xiaojia, macellaio alla sua prima esperienza al fianco del padre, eseguirlo.

La vicenda di Sun Bing, quindi, si intreccia con quella di altri personaggi che ruotano intorno al protagonista. Per ognuno di loro Mo Yan tratteggia un ruolo ben preciso e fondamentale nello svolgimento della trama, realizzando così un incastro perfetto che viene esaltato dalla scelta di farli alternare come voci narranti nel susseguirsi dei capitoli. Molti i salti temporali con cui, pezzo dopo pezzo, Mo Yan ricompone il puzzle di ciò che ha portato alla tragedia finale.

Pagina dopo pagina, il lettore vive la terribile vicenda da tutti i punti di vista, ne osserva ogni minima sfaccettatura, considerando via via i pensieri e i tormenti, spesso imprevedibili, che attanagliano i personaggi. Ci sono Sun Bing, pronto ad affrontare la morte dopo una vita di sofferenza e ingiustizia, sua figlia Sun Meiniang, pronta a tutto per salvarlo nonostante il loro rapporto conflittuale, il boia Zhao Jia, deciso a compiere fino alla fine il suo lavoro senza il minimo tentennamento ma orgoglioso della sua quarantennale carriera, Xiaojia, ingenuo, sciocco, in balia di suo padre, e il magistrato del distretto Qian Ding, in preda ai sensi di colpa, in bilico tra la devozione a sua moglie e l’amore per Sun Meiniang, tra la lealtà al potere e quella al popolo.

Sono proprio i personaggi il punto di forza di questo romanzo. Mo Yan li costruisce in maniera magistrale. Alla fine ci sembra di conoscerli e di averli sempre conosciuti. I loro tormenti diventano i nostri. E i dettagli su ciò che vivono e fanno, in alcune pagine, sono anche troppi, raccapriccianti. Ma indispensabili perché il messaggio di Mo Yan arrivi dritto al lettore, lo colpisca, lo stravolga.

L’apice viene raggiunto nel racconto del supplizio inflitto a Sun Bing che dà il titolo al romanzo: Il supplizio del legno di sandalo. Descrizione non facile da leggere, ma necessaria, perché come scrive Mo Yan:

«In questo libro ho trattato i motivi sociali che provocano la violenza, la psicologia malata di chi la pratica e l’apatia di chi vi assiste.

Soltanto chi conosce il male può evitarlo: soltanto conoscendo il demone che si nasconde nel cuore umano si può diventare santi».

 

Se siete alla ricerca di altri titoli di Mo Yan, qui trovate la bibliografia con tutti i suoi titoli tradotti in italiano! Buona lettura!

 

Sommario
Data
Titolo
Il supplizio del legno di sandalo
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