Jung Chang scrive una biografia dettagliata dell’imperatrice vedova che per quasi cinquant’anni tenne in mano di fatto le redini della Cina

La figura di Cixi è tanto complessa quanto affascinante. Avevo già letto qualche anno fa un altro libro a lei dedicato, Donna imperiale di Pearl S. Buck. E come in quel caso anche L’imperatrice Cixi. La concubina che accompagnò la Cina nella modernità di Jung Chang, tradotto da Elisabetta Valdré e pubblicato in Italia nel 2015 da Longanesi, mi ha appassionato tantissimo.

imperatrice-cixi-jung-chang_coverLa biografia storica scritta da Jung Chang si apre nel 1852 quando, durante la selezione delle consorti imperiali, l’imperatore Xianfeng nota la sedicenne che, pur entrando nella Città Proibita come semplice concubina, si ritroverà in breve a reggere le redini dell’ormai morente dinastia Qing con il titolo di Imperatrice vedova Cixi.

Jung Chang traccia un ritratto dettagliato di Ci Xi, ricostruendo da una parte le sue mosse politiche, la sua personalità e i suoi rapporti a corte, dall’altra il contesto storico e sociale in cui tenne in mano di fatto le redini della Cina per quasi cinquant’anni.

A cambiare radicalmente la posizione a corte e le sorti della giovane concubina fu la nascita del primogenito maschio dell’imperatore Xianfeng, il 17 aprile 1856. Determinante fu poi il legame che Cixi riuscì a instaurare con la consorte di Xianfeng. Nessun conflitto né rivalità, tanto che quando nel 1861 l’imperatore morì all’improvviso, le due donne agirono di comune accordo, attuarono un colpo di stato e destituirono gli otto reggenti che avrebbero dovuto guidare la Cina.

Iniziò così l’ascesa di Cixi, che impresse alla politica cinese una forte impronta modernizzatrice, decisa ad andare oltre la chiusura nei confronti dell’Occidente che aveva caratterizzato l’azione di Xianfeng e di suo padre Daoguang. Cixi era convinta che la Cina avrebbe potuto trarre vantaggio aprendosi al mondo esterno, incentivando i commerci e portando nel Paese quelle innovazioni che lo avrebbero aiutato a progredire.

Jung Chang racconta dettagliatamente, documentandoli, ogni fase e passaggio cruciale della vita di Cixi, mettendo in evidenza la sua lungimiranza, il suo coraggio, la sua determinazione e la sua forza di fronte alle più svariate avversità che dovette affrontare nel corso dei decenni, fuori e dentro la corte. Non solo rivolte interne e rivendicazioni da parte delle potenze straniere. Ci Xi dovette fare i conti anche con i complotti orditi alle sue spalle da persone a lei vicinissime.

La ricostruzione di Jung Chang è avvincente e la vita di Ci Xi sembra quella dell’eroina di un romanzo. Tra i detrattori c’è chi sostiene che la scrittrice abbia messo in luce esclusivamente i pregi e i meriti dell’Imperatrice Vedova, tralasciando o mostrandosi eccessivamente morbida con i suoi difetti ed errori. In effetti, il ritratto che emerge è assolutamente positivo, i suoi lati oscuri e i passi falsi sono solo accennati e non sviscerati come quelli commessi da altri.

In ogni caso, è innegabile che la figura di Cixi sia stata fondamentale nella storia della Cina e nel suo percorso verso la modernità, così come il fatto che il marito e i figli non ebbero analoghe capacità nel guidare l’impero in una fase storica così delicata e nel rapportarsi con l’Occidente.

L’imperatrice Cixi. La concubina che accompagnò la Cina nella modernità è un libro estremamente interessante che aiuta a comprendere un momento storico cruciale per la Cina. E, pur essendo un libro impegnativo, che ripercorre i fatti in maniera estremamente dettagliata, Jung Chang ha la capacità di spiegare e contestualizzare ogni aspetto, rendendolo chiaro e comprensibile anche a chi non conosce in maniera approfondita la storia della Cina.

 

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L'imperatrice Cixi di Jung Chang
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