Wang Zhenhe scrive cinque racconti che interpretano contraddizioni e frustrazioni umane in diverse forme attraverso personaggi a tratti surreali
Uomini a Taiwan di Wang Zhenhe (1940-1990), tradotto da Anna Maria Paoluzzi e pubblicato da Pisani nel 2006, è una raccolta di cinque racconti spassosi e divertenti, ambientati a Taiwan tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta.
I racconti contenuti in Uomini a Taiwan sono: La signorina Sulan si sposa, Il topolino ha ospiti al tè, Due tigri, Un carro da buoi per dote e Spettri, vento del nord, uomini.
Protagonisti sono personaggi a tratti surreali, che incarnano contraddizioni e frustrazioni universali dell’essere umano. Ci sono l’adolescente alle prese con le prime esperienze sentimentali e sessuali, il fantasma di una nonna morta davanti agli occhi del nipotino, un commerciante incapace e pieno di sé, un povero sordo costretto ad accettare i tradimenti della moglie per garantirsi una vita dignitosa e un fratello ossessionato dalla sorella di cui è da sempre innamorato.
Questi personaggi si muovono sullo sfondo della città e della campagna taiwanese, interessate dal passaggio da un’economia prevalentemente rurale a una industriale. L’autore ne coglie con perspicacia luci e ombre, mescolando ironia e realismo.
Wang Zhenhe è stato esponente del gruppo Modernista taiwanese, sviluppatosi negli anni Cinquanta come movimento poetico e poi sviluppatosi in ambito narrativo grazie anche a Bai Xianyong che, insieme a Wang Wenxing e ad altri studenti del corso di letteratura frequentato alla National Taiwan University, nel 1960 fondò la rivista Letteratura moderna.
Gli autori che animarono questa corrente erano molto influenzati dalla letteratura occidentale, che portarono a Taiwan in traduzione. Nei loro scritti diedero impulso a una letteratura caratterizzata dall’introspezione, che si traduceva in monologhi interiori e flussi di coscienza, in contrapposizione alla corrente realista che aveva segnato la letteratura del decennio precedente.