Mauro Marescialli snocciola consigli e raccoglie esperienze per aiutare chi decide di avventurarsi nello studio della lingua ad affrontare le difficoltà che a volte possono scoraggiare

Quante volte avete sentito dire che il cinese è una delle lingue più difficili al mondo? E quanti tra di voi, nonostante questo, hanno deciso di iniziare a studiarla? Ma magari c’è anche qualcuno che, seppur spinto dai migliori propositi, non è riuscito a superare le sfide che il cinese pone a chi si cimenta nell’affascinante impresa di studiarlo.

studi cinese_coverIn Studi cinese? Vademecum per aspiranti sinologi (Orientalia Editrice, 2021), Mauro Marescialli non solo fa una carrellata delle principali difficoltà linguistiche a cui è bene essere preparati, snocciolando utili consigli per affrontarle nel migliore dei modi senza scoraggiarsi, ma raccoglie anche numerose testimonianze di chi ha scelto di studiare cinese, soffermandosi sulle aspirazioni di chi ha intrapreso questo percorso in tempi recenti e sulle soddisfazioni di chi ne ha fatto una scelta di vita già da tempo.

Mauro Marescialli si è laureato in lingua e letteratura cinese a Roma nel 1987. Dal 1995 vive e lavora a Pechino, dove dirige un’agenzia internazionale creativa specializzata in branding e comunicazione. In questo vademecum mette la sua lunga esperienza con la lingua cinese al servizio di chi sta pensando di iniziare a studiarla o magari ha già iniziato a farlo ma con poca consapevolezza di cosa questo comporti.

Nella prima parte del libro elenca quelli che, secondo lui, sono gli aspetti più complessi della lingua cinese. Dalla pronuncia agli innumerevoli dialetti locali, passando per i toni, i caratteri, la grammatica, la lingua parlata e la lingua scritta, i proverbi e le espressioni idiomatiche. Ad ognuno di questi argomenti, l’autore dedica un capitolo in cui illustra brevemente le difficoltà insite in questi particolari aspetti della lingua cinese, raccontando anche la sua personale esperienza e le strategie adottate per affrontarli nel migliore dei modi.

Nella seconda parte del libro, invece, passa la parola ad altri che come lui hanno intrapreso questa strada. Raccoglie voci ed esperienze molto diverse, spaziando da chi sta ancora studiando a chi ha fatto del cinese il suo lavoro. Chi ha intrapreso lo studio del cinese si ritroverà in molti passaggi, come chi ha vissuto esperienze di studio in Cina rivivrà momenti decisamente familiari.

Forse alcune parti possono risultare un po’ ripetitive, perché più volte vengono ribaditi punti di vista simili e raccomandazioni già presenti in diverse parti del libro, ma nel complesso leggere l’esperienza concreta di personalità così diverse è sicuramente stimolante, soprattutto per le numerose curiosità ed episodi personali che vengono condivisi con il lettore.

Particolarmente interessanti i racconti di Silvia Pozzi e Alessandra Brezzi, entrambe docenti universitarie, due nomi di riferimento per chi studia cinese.

Studi cinese? Vademecum per aspiranti sinologi è un libro scorrevole, che si legge con facilità, alternando aneddoti divertenti a consigli pratici, che aiutano a prendere consapevolezza che per studiare il cinese servono un atteggiamento e un approccio diversi rispetto a quelli che siamo soliti adottare quando decidiamo di studiare una lingua straniera.

Ma soprattutto fa capire perché, come scrive l’autore e come dice chiunque si sia cimentato con questa lingua, «il cinese non s’impara mai, il cinese lo si studia per sempre».

 

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Studi cinese? vademecum per aspiranti sinologi
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