Hazel Gaynor si ispira a fatti realmente accaduti per portare alla luce aspetti meno noti del conflitto

Sono passati più di trent’anni da quando le vite di Nancy Plummer e di Elspeth Kent sono stata travolte dalla guerra. Ma i ricordi sono ancora vivi ed è arrivato il momento di raccontarli.

la ragazza dei girasoli_coverLa ragazza dei girasoli di Hazel Gaynor (Tre60, 2021) è la storia di questi ricordi, narrati dal punto di vista delle due donne, Nancy Plummer, allora bambina, ed Elspeth Kent, la sua insegnante alla scuola di Chefoo, nel nord della Cina, frequentata dai figli dei missionari.

Nel 1941, considerata un luogo sicuro in una Cina occupata dai giapponesi, dopo l’attacco del Giappone a Pearl Harbor e la dichiarazione di guerra all’America non lo è più.

Da un giorno all’altro tutto cambia. I soldati giapponesi entrano nella scuola e ne prendono il controllo, sconvolgendo la routine di insegnanti e studenti, che vengono portati nel centro di detenzione di Weihsien, dove le comodità a cui erano abituati lasciano il posto a condizioni di vita dure, segnate da condizioni igieniche precarie, privazioni e paura.

Sarà Miss Kent a guidare i ragazzi, lontani dalle loro famiglie, e a infondere loro la forza necessaria per far fronte alle avversità e resistere ai soprusi perpetrati dai giapponesi, continuando a confidare nella fine della guerra e nel ritorno alla libertà.

E sono proprio la capacità di adattamento, lo spirito di sacrificio, la condivisione, l’altruismo, l’amicizia e la dedizione all’insegnamento i temi su cui Hazel Gaynor vuole  portare l’attenzione del lettore. Nonostante violenze e dolore pervadano le pagine del romanzo, la scena è dominata da altri valori che oscurano in un certo senso la brutalità della guerra.

Un messaggio di speranza pervade, quindi, il racconto. A simboleggiarlo nove semi di girasole che Miss Kent custodisce gelosamente, dono del giardiniere cinese che curava il giardino della scuola fino al momento dell’arrivo dei giapponesi. Nove semi che tengono insieme il racconto e che l’insegnante, in momenti particolarmente intensi della storia, pianta per ricordare che, anche quando sembra impossibile, esiste sempre un modo per rinascere.

La scelta della scrittrice di raccontare la storia alternando le voci narranti di Nancy ed Elspeth fa scorrere la storia su un doppio binario che consente al lettore di leggerla da una doppia prospettiva, quella di una bambina, che cresce nell’orrore della guerra lontana dalla sua famiglia per anni, e quella di una donna, che seppur terrorizzata sente di non poter mollare proprio per la responsabilità nei confronti di quei bambini per i quali è l’unico punto fermo.

Hazel Gaynor non tace le atrocità commesse dai soldati giapponesi, a volte le lascia intuire, altre volte le racconta in modo più dettagliato, ma non lascia mai che prendano il sopravvento sui personaggi positivi del suo romanzo.

Il messaggio che vuole dare è chiaro: il bene vince sul male. Ma, in realtà, la storia insegna che purtroppo non sempre è così. Forse è proprio questo il punto debole del  libro, un eccesso di positività e ottimismo che cozza con la brutalità e la spietatezza del contesto, indebolendo in alcune parti l’efficacia della storia.

Nel complesso, però, La ragazza dei girasoli è un romanzo commovente, scritto in maniera scorrevole e coinvolgente. Una buona lettura per riflettere sulla guerra da un altro punto di vista.

 

Sommario
Data
Titolo
La ragazza dei girasoli
Valutazione
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