Premiato come opera straniera il volume che raccoglie discorsi, colloqui, seminari e interviste del presidente cinese

È andato a Xi Jinping. Governare la Cina (Giunti, Foreign Language Press, 2016), il Premio Pavese per l’opera straniera. Il volume è stato pubblicato in oltre sei milioni e mezzo di copie in 160 Paesi del mondo, con edizioni in 23 lingue, in cui sono state tradotte le quasi 600 pagine che raccolgono, suddivisi in 18 capitoli, discorsi, colloqui, seminari e interviste, pronunciati dal presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping dal 15 novembre al 13 giugno 2014, corredati da 45 sue fotografie.

Il libro è una finestra sulla Cina di oggi e di domani. Tra le sua pagine è possibile trovare le risposte a molte domande che la comunità internazionale si pone su questo Paese, con la possibilità di comprendere in maniera approfondita le politiche attuate da Xi Jinping nel corso della sua leadership, la sua strategia, gli obiettivi che si è prefissato per il suo Paese e quelli che ha già raggiunto, le modalità con cui ci è riuscito e quelle con cui intende procedere. Tra i temi affrontati, le riforme, lo sviluppo, la stabilità, gli affari interni ed esteri, la gestione del partito e dello stato.

Questa la motivazione con cui la giuria del Premio Pavese ha deciso di conferire il premio per l’opera straniera a Xi Jinping. Governare la Cina:

Lavoro costruito con grande cura, anche nella veste editoriale, arricchito di immagini eloquenti che illustrano e completano l’opera di impegno politico e civile intrapreso dal Segretario generale del Partito Comunista Cinese e Presidente della Repubblica Popolare Cinese dal 14 marzo 2013. Il libro si articola in XVIII capitoli che affrontano sistematicamente il piano ad ampio respiro del programma del Presidente, il cui obiettivo primario è quello di realizzare il sogno cinese del grande ringiovanimento della Nazione, progetto questo da conseguire attraverso sfide decisive, capaci di far fronte alle difficoltà che il cammino di apertura e modernizzazione della Cina comporta. Egli intende costruire un ponte di comune prosperità civile tra Cina ed Europa perché «il tè e la birra non sono affatto inconciliabili».

Si tratta, dunque, di un progetto impegnativo che – siamo certi – potrà essere ampiamente realizzato grazie all’intelligenza dell’Uomo politico, alla sua particolare esperienza, ai suoi nobili sentimenti, tra i quali spiccano l’attaccamento alle persone, il pensiero costantemente rivolto al popolo e la lotta nell’interesse degli altri. Temi questi che hanno consonanza con l’amore per il territorio e il progresso della società propri di Cesare Pavese”.