Nella Cina dei primi anni Venti, Matilde Asensi ci porta a vivere un’emozionante avventura fin dentro la tomba del primo imperatore della Cina, Qin Shi Huangdi

In cinese l’espressione Tianxia, letteralmente “ciò che sta sotto il cielo”, esprime un concetto molto antico e difficilmente traducibile, che è stato tramandato attraverso i secoli, assumendo via via sfumature particolari e indicando allo stesso tempo uno spazio fisico, ma anche ideale, in cui l’impero cinese ricopriva un ruolo centrale ed esercitava la sua influenza politica e culturale. Tradotto comunemente come mondo o universo, Tianxia è in realtà un concetto che ha anche implicazioni istituzionali, morali e culturali, usato anche per indicare la Cina stessa.

tutto sotto il cielo_coverProprio questo importante concetto dà il titolo al romanzo Tutto sotto il cielo di Matilde Asensi. Ambientato nel 1923, ha per protagonista Elvira, una pittrice spagnola residente a Parigi, costretta a partire per Shanghai, insieme alla nipote Fernanda, in seguito all’improvvisa morte di suo marito Rémy, da cui viveva separata da vent’anni, dopo un matrimonio motivato solo da interessi: per lei la sicurezza economica e per lui una moglie che gli consentisse di mettere mano alla consistente eredità della madre.

Arrivata in Cina, però, scopre che il marito le ha lasciato ingenti debiti, avendo dilapidato la sua fortuna nell’oppio, nel gioco e nei bordelli, e che la sua morte nasconde un mistero e ha a che fare con la temibile Banda Verde, la mafia di Shanghai. Sarà un antiquario cinese, Lao Jiang, amico del defunto marito, ad aiutarla a capire in cosa è rimasto inconsapevolmente coinvolto Rémy e a trascinarla nella ricerca dei pezzi di un antico manoscritto che dovrebbe portarli a scoprire il luogo in cui si trova la tomba del primo imperatore cinese Qin Shi Huangdi e come riuscire a entrarci senza restare vittime delle pericolose trappole realizzate per proteggerla da eventuali profanatori. La tomba ricca di tesori potrebbe rappresentare la soluzione a tutti i suoi problemi economici.

Inizia così un’avventura che porterà Elvira, sua nipote, il giovane orfano Biao, l’antiquario e il monaco taoista Giada Rossa ad affrontare un lungo viaggio, tra innumerevoli difficoltà, imprevisti e pericoli, prima sulle tracce del manoscritto, poi su quelle della tomba imperiale e infine all’interno del mausoleo di Qin Shi Huangdi, attirando l’attenzione, oltre che della Banda Verde, anche dei servizi segreti imperiali, del Guomindang, dei giapponesi e del Partito comunista.

Il viaggio sarà per la protagonista non solo l’occasione per approcciarsi a miti e tradizioni cinesi e comprendere nel profondo la cultura di un Paese ai suoi occhi così diverso e a tratti incomprensibile, ma soprattutto l’opportunità per tirare fuori una parte di sé che probabilmente nemmeno pensava di avere, per rivalutare la sua vita in Francia e per cominciare a costruire un rapporto con sua nipote. Così, infatti, riflette tra sé e sé mentre naviga sullo Yangtze:

I viaggi hanno un certo potere magico sul tempo e sulla ragione, mi dissi, e ti obbligano a rompere con le abitudini e le paure che, senza che ce ne accorgiamo, diventano grosse catene. 

Pagina dopo pagina, Elvira, e il lettore con lei, supererà la sua iniziale diffidenza, si avvicinerà al Taijiquan, al Taoismo e al Feng Shui, si addentrerà dentro la storia passata e presente della Cina, mettendo da parte la superiorità ostentata inizialmente e riflettendo su concetti, principi e abitudini che le erano completamente estranei.

Impari a vedere ciò che c’è di buono nel male e ciò che c’è di male nelle cose buone. Sono la stessa cosa, come lo yin e lo yang.

le aveva suggerito Lao Jiang. Parole che riesce a fare sempre più sue, in un percorso che la porterà a rivalutare gradualmente i suoi interlocutori e a mettere in discussione le sue convinzioni:

I cinesi erano un pozzo di scienza millenaria e possedevano conoscenze strane che noi occidentali non potevamo nemmeno immaginare, trincerati dietro la nostra spocchia di colonizzatori. Di quanta umiltà avevamo bisogno per essere capaci di apprendere e rispettare le cose buone degli altri!

Allo stesso tempo, lei stessa, con la sua determinazione, la sua volontà e la sua capacità di aprirsi alla cultura cinese, riuscirà a far ricredere i compagni di viaggio sul suo conto, arrivando a raggiungere alla fine una comprensione e un rispetto reciproci.

È un romanzo molto cinematografico quello scritto da Matilde Asensi, giornalista e scrittrice spagnola. La trama è ricca di colpi di scena, le descrizioni dei luoghi sono vivide, l’evoluzione dei personaggi e dei loro rapporti non è affatto scontata e gli approfondimenti sulla cultura cinese sono utili ed esaustivi, adatti a catalizzare l’attenzione anche dei lettori che hanno meno familiarità con la Cina.

 

Sommario
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Titolo
Tutto sotto il cielo
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