L’autobiografia dell’ex Iena racconta il percorso di integrazione e riscatto in equilibrio tra due culture

Guardando il suo volto sorridente e solare non ci si immaginerebbe mai quante difficoltà e quanta sofferenza hanno segnato il suo passato. Shi Yang Shi, immigrato dalla Cina in Italia nel 1990 e oggi italiano a tutti gli effetti, è noto al pubblico italiano soprattutto per la sua partecipazione al programma televisivo Le Iene. Ma non tutti sanno qual è la storia dietro al suo successo. Ce la racconta nella sua autobiografia Cuore di seta. La mia storia italiana made in China, pubblicata da Mondadori, in cui ripercorre la partenza dalla Cina e l’arrivo in Italia, un Paese sconosciuto, dove tutto gli è estraneo. E dove le aspettative che avevano spinto la sua famiglia a lasciare la Cina si infrangono subito contro una realtà molto diversa da quella che si aspettavano.

È già lì, a undici anni, che il suo cuore di seta si strappa. Uno strappo che si porterà dietro a lungo e che per essere ricucito richiederà un lungo percorso alla ricerca di un nuovo equilibrio con se stesso e con la realtà che lo circonda. Non saranno anni facili per lui. Lontano dal padre, che ritarda l’arrivo in Italia per stare accanto alla mamma nel pieno rispetto della pietà filiale, valore confuciano di fondamentale importanza per i cinesi, dovrà adattarsi a una vita a cui non era abituato né preparato. Nessuna comodità, ma sistemazioni di fortuna. Una lingua sconosciuta che gli rende difficile integrarsi e brillare nello studio, come succedeva in Cina. La necessità di lavorare per sopravvivere e aiutare la madre, che si è lasciata alle spalle il suo lavoro di medico e non riesce a perdonare il marito per averla lasciata sola con il figlio in quella situazione.

Shi Yang Shi si mette a nudo in un racconto che svela la sofferenza che ha accompagnato il suo percorso di crescita, in cui si trova costantemente a dover conciliare i valori della sua infanzia e le tradizioni cinesi con la nuova realtà che spesso sembra confliggere con quella in cui è cresciuto. La sua voglia di riscatto gli darà la forza di non arrendersi e di trovare la sua strada, in un cammino di consapevolezza che da una parte gli consentirà di trovare il successo in una situazione in cui le premesse facevano presagire un futuro non certo dei migliori e dall’altra lo porterà ad accettare e a essere se stesso, al di là delle aspettative e della convenzioni familiari.

Lo stile di Shi Yang Shi è semplice e diretto. Non usa giri di parole per narrare ciò che ha vissuto ed esprimere i sentimenti che ha provato. Nonostante le pagine del libro siano segnate da difficoltà e dolore, non mancano ironia e ottimismo. Ciò che emerge con forza sono soprattutto lo spirito positivo e la speranza che non lo hanno mai abbandonato, permettendogli di tenere testa allo sconforto senza perdere di vista i suoi obiettivi.

Interessanti poi i molti di spunti di riflessione sulle differenze culturali tra Cina e Italia, dai valori ai rapporti familiari fino all’istruzione. Differenze con cui Shi Yang Shi ha dovuto fare i conti, riuscendo però a trarre il meglio dalle due culture, che crescendo è riuscito a sintetizzare facendone una ricchezza.

Leggere la sua storia di immigrazione, in un momento storico in cui troppo spesso si dimentica che dietro questa parola ci sono vite segnate da dolore e speranza, aiuta a dare un senso alle parole accoglienza e integrazione, a volte svuotate dal loro profondo valore.

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Cuore di seta
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