La produzione letteraria collegata alle tematiche di ambiente, natura ed ecologia è un fenomeno che si è sviluppato, parallelamente ai movimenti ambientalisti, a livello mondiale e approdato a Taiwan negli anni Ottanta del secolo scorso

montagne e nuvole negli occhi_coverHo scoperto che a Taiwan esiste una produzione letteraria riconducibile alla scrittura naturalistica solo di recente, leggendo Montagne e nuvole negli occhi di Wu Ming-yi (Edizioni e/o, 2021).

Così, ho deciso di approfondire la questione e cercando sul web ho trovato due testi molto interessanti che se ne occupano: La scrittura naturalistica a Taiwan, tra locale e globale di Federica Passi, pubblicato su Sinosfere a ottobre 2019, e La scrittura naturalistica a Taiwan: l’esaltazione estetica nell’eco-critica, tesi di laurea di Francesca Cammisa. Due testi a cui vi rimando se siete interessati a questo argomento e in cui ho reperito le informazioni riassunte brevemente qui di seguito per iniziare a contestualizzare la scrittura naturalistica taiwanese.

Il primo elemento da evidenziare è che la produzione letteraria collegata alle tematiche di ambiente, natura ed ecologia è un fenomeno che si è sviluppato, parallelamente ai movimenti ambientalisti, prima negli Stati Uniti e poi a livello mondiale ed è indagata dalla cosiddetta eco-critica.

Negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, a  svolgere un ruolo determinante nell’introduzione della cultura ambientalista a Taiwan, base su cui poi poggerà la consapevolezza ambientalista e di conseguenza la scrittura naturalistica, furono gli studenti taiwanesi che avevano trascorso un periodo di studio negli Usa ed erano entrati in contatto con la questione ambientalista.

Questo elemento esterno andrà quindi a innestarsi su fattori interni all’isola di Taiwan. Oltre alla concezione propria della tradizione filosofica taoista relativa all’integrazione e all’interdipendenza tra uomo e natura e all’attenzione alla natura che caratterizza la letteratura cinese tradizionale, fondamentali furono anche la popolazione indigena taiwanese, con le proprie specificità e il profondo attaccamento alle montagne e all’oceano, e le condizioni sociali, economiche e politiche di Taiwan in quei decenni.

In questo contesto si colloca la scrittura naturalistica taiwanese, che non è propriamente un genere letterario, in quanto raccoglie al suo interno una produzione eterogenea, che va dai romanzi ai rapporti scientifici, fino agli articoli di giornale.

La prima opera taiwanese riconducibile alla scrittura naturalistica è Women zhi you yige diqiu (Abbiamo una sola terra) di Han Han e Ma Yigong, pubblicata nel 1983 per denunciare l’azione dell’uomo contro la natura e lanciare un appello alla sua tutela.

Ed è solo la prima di una lunga serie. Tra gli autori più rappresentativi, oltre a Wu Ming-yi, ci sono Chen Guanxue, Wang Jiaxiang, Xu Renxiu e Liu Kexiang.

Critici e studiosi distinguono tra due generazioni di scrittori taiwanesi esponenti della scrittura naturalistica: la prima, di cui fa parte Chen Guanxue, presenta nella propria produzione elementi riconducibili alla poesia paesaggistica tradizionale e attinge alla tradizione taoista, mentre la seconda generazione, in cui rientra Wu Ming-yi, è animata da scrittori impegnati attivamente nei movimenti ambientalisti, esperti del settore, che si interrogano sul rapporto tra natura e urbanizzazione.

Da segnalare poi un particolare filone sviluppatosi proprio a Taiwan: la letteratura oceanica, che alcuni, ma non tutti, riconducono nell’ambito della scrittura naturalistica. Tra i nomi che la rappresentano Dong Nian, Wang Qijiang, Syama Rapongan e Liao Hongji.

Come ho già scritto, per saperne di più vi rimando ai testi di Federica Passi e Francesca Cammisa, che ho linkato nelle prime righe del post.