Saggi, romanzi e libri illustrati per approfondire una delle politiche più drammatiche e controverse attuate dal governo cinese negli ultimi decenni

La politica del figlio unico è stata introdotta da Deng Xiaoping nel 1979 per frenare l’eccessivo incremento demografico cinese.

 

LA POLITICA DI PIANIFICAZIONE FAMILIARE IN CINA

Anticipata all’inizio degli anni Settanta dallo slogan lanciato nell’ambito del programma nazionale di controllo delle nascite «Wan, xi, shao», tre caratteri per raccomandare ai cinesi di fare «pochi figli, tardi e con un lungo intervallo di tempo tra l’uno e l’altro», la politica del figlio unico è diventata legge della Repubblica popolare cinese nel 2002.

Con la sua introduzione alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, il governo cinese puntava a contenere la popolazione entro il miliardo e duecento milioni nel 2000 e a ridurla al di sotto del miliardo entro la fine del XXI secolo, in modo da mantenere il giusto equilibrio tra risorse e popolazione per garantire la crescita economica del Paese e il benessere della popolazione.

La norma generale del sistema di pianificazione familiare prevedeva che le coppie sposate potessero avere un solo figlio. Si basava su un sistema di quote di nascite annuali che il governo centrale stabiliva per ogni provincia, demandando alle autorità locali il compito di controllare l’attuazione e il rispetto della direttiva, attraverso una serie di ricompense e sanzioni pecuniarie.

Nel caso in cui il numero di nascite si fosse attestato al di sotto della quota stabilita, poteva essere concessa la possibilità di un secondo figlio. Inoltre, deroghe erano concesse alle minoranze etniche e agli abitanti delle zone rurali.

Ma negli oltre trent’anni della sua attuazione, la politica del figlio unico, oltre che sul piano demografico, ha portato ripercussioni sul piano economico e sociale, con risvolti estremamente drammatici.

Il risultato di tre decenni di politica del figlio unico, infatti, non è stato quello preventivato. In particolare, il crollo demografico e il rapido invecchiamento della popolazione cinese, fattori che mettono a rischio la tenuta economica e sociale del Paese, hanno spinto il governo cinese ad allentare le norme di pianificazione familiare.

All’inizio del 2016 è entrata in vigore la legge che consente alle coppie cinesi di avere due figli. Un’apertura che però si è fin da subito dimostrata insufficiente. Complice il cambiamento nello stile e nel tenore di vita dei cinesi, non si è avuto l’incremento demografico sperato e il tasso di fertilità è rimasto molto al di sotto del livello che i demografi ritengono necessario perché la popolazione cinese si mantenga su livelli congrui.

Di fronte al perdurare di questa situazione e ai rischi legati all’invecchiamento della popolazione, il governo cinese ha fatto un ulteriore tentativo di invertire la rotta, annunciando nel 2021 la politica dei tre figli.

Ma nonostante ora la politica del figlio unico sia stata archiviata, ha lasciato dietro di sé traumi e drammi incommensurabili. Alcuni libri ci aiutano a conoscerli e comprenderli, mostrandoci cosa ha significato la pianificazione familiare per milioni di persone e famiglie cinesi.

 

SAGGI

Figlio unico. Passato e presente di un esperimento estremo di Mei Fong (Carbonio, 2018)

figlio unico_coverNel 1980 il Partito comunista cinese ha adottato ufficialmente la politica del figlio unico per arginare la crescita demografica e rilanciare l’economia del Paese. Ma a quale prezzo? Le leggi di pianificazione familiare hanno causato aborti, sterilizzazioni forzate, abbandoni, infanticidi. E non solo: hanno prodotto una moltitudine di secondogeniti ignorati dallo Stato, un fiorente mercato nero delle adozioni e una serie di drammatici effetti collaterali che ancora oggi continuano a funestare la società cinese, come il notevole invecchiamento della popolazione e un’inquietante disparità di genere, conseguenza degli aborti selettivi. In un lungo viaggio attraverso la Cina, la giornalista Premio Pulitzer Mei Fong analizza le ripercussioni della politica del figlio unico nella società contemporanea, intrecciando le storie private della gente intervistata con il racconto delle sue vicende personali sullo sfondo di eventi epocali, quali il devastante terremoto del Sichuan e le grandiose Olimpiadi di Pechino del 2008. Il suo reportage mostra un Paese ferito, vittima di una legge crudele destinata ad avere un impatto drammatico anche sul resto del mondo nei decenni a venire

 

Le figlie perdute della Cina di Xue Xinran (Longanesi, 2011)

figlie perdute della cina_coverDieci capitoli, dieci donne, un’unica storia di grande dolore: Xinran ci conduce nella vita delle donne cinesi ? studentesse, donne d’affari di successo, levatrici, contadine, “guerrigliere di nascite clandestine” ? con un destino comune. In conseguenza della politica che impone un solo figlio, a causa di antichissime e terribili tradizioni o di pesanti difficoltà economiche, molte donne hanno dovuto separarsi dalle proprie figlie e darle in adozione, altre sono state costrette ad abbandonarle ? per le strade di qualche città, fuori da un ospedale o da un orfanotrofio, o sulla banchina di una stazione ? e altre ancora se le sono viste portar via al momento del parto per essere uccise. Sono storie che Xinran non è mai riuscita a raccontare in precedenza, troppo dolorose e troppo vicine a casa. Un libro personale e diretto, ricco di momenti delicati e commoventi. Un messaggio straziante inviato dalle madri naturali a tutte le bambine cinesi che sono state adottate all’estero; un messaggio che mostra quale fosse la realtà di quelle madri e racconta alle figlie quanto siano state amate e che non verranno mai dimenticate.

 

ROMANZI

La via oscura di Ma Jian (Feltrinelli, 2015)

la via oscura_coverCostretto all’esilio dal duca di Lu, Confucio disse: «Se la mia strada finisce salirò su una zattera e mi lascerò portare verso il mare». E così Kongzi, settantaseiesimo discendente diretto del grande filosofo, fugge con la moglie incinta e la figlia quando la Squadra della pianificazione familiare entra nel villaggio per sterilizzare con la forza tutte le donne fertili e interrompere le gravidanze di quelle che hanno già un figlio. Mentre la Cina si avvia a diventare la prima potenza mondiale, Kongzi e Meili vanno alla deriva lungo lo Yangtze, portando il lettore in un disperato e poetico viaggio attraverso il paesaggio che si trasforma e la tragedia provocata dall’esperimento di ingegneria sociale concepito per contenere, a costo di qualsiasi violenza sul corpo delle donne, la crescita demografica del paese.

 

Le rane di Mo Yan (Einaudi, 2014)

le rane_mo yanTutti i bambini della regione di Gaomi sono venuti al mondo grazie alle cure e alla sapienza di Wan Xin, l’unica levatrice della zona. Il suo è un talento naturale che in breve tempo la fa diventare l’amata custode dei segreti della maternità. Ma quando, a metà degli anni Sessanta, il Partito le chiede di mettersi al servizio del programma di controllo delle nascite, lei – per coerenza, per fedeltà, per debolezza – accetta, e da eroica dea della fertilità si trasforma in boia inesorabile di nuove vite. Finché, in una drammatica notte di molti anni dopo, tornando a casa, si smarrisce in una zona paludosa: il gracidare delle rane le ricorda il pianto dei bambini mai nati, e i corpi gelidi degli animali, come piccoli feti abortiti, la circondano, la ricoprono, spingendola a confrontarsi con le sue colpe e a ripensare la sua intera esistenza.

 

Divorzio alla cinese di Liu Zhenyun (Bompiani, 2016)

divorzio alla cinese_coverLi Xuelian, sposata con Qin Yuhe, è incinta del loro secondo figlio. Una buona notizia? Non in Cina, dove la legge del figlio unico li renderebbe due criminali. Non c’è altra scelta che divorziare prima della nascita del bambino. «Appena il bambino sarà registrato all’Anagrafe, ci risposeremo. Non c’è nessuna legge che vieta a una coppia con un figlio ciascuno di sposarsi». Tutto perfetto, tutto calcolato, se non fosse che dopo il divorzio Qin sposa un’altra donna che aspetta un altro figlio. Folle di rabbia Li corre da un giudice per spiegare come stanno davvero le cose, ma è solo l’inizio di un’aspra battaglia contro l’intero partito e le sue dinamiche. Una commedia assurda e divertente, ma anche un duro atto d’accusa contro la legge del figlio unico e una critica frontale al sistema corrotto della Cina. Divorzio alla cinese è un romanzo tagliente e ironico.

 

GRAPHIC NOVEL

Figlio unico di Wang Ning (illustrazioni di Ni Shaoru, Xu Ziran e Qi Chang, Oblomov Edizioni, 2021)

figlio unico_oblomov_coverBasandosi su eventi reali, Wang Ning racconta il dramma delle famiglie che perdono il loro unico figlio. «Sono nato nel 1971, in un’epoca in cui i cinesi potevano avere tutti i bambini che volevano. Ecco perché la maggior parte dei miei coetanei hanno tutti fratelli e sorelle». Wang Ning fa parte di una generazione fortunata. Lo stesso non si può dire per i più giovani, perché dal 1979 fino al 2016, a fasi alterne e con maggiore o minore coercizione, con premi in denaro e multe per i trasgressori, la pianificazione e il controllo delle nascite hanno impedito alle coppie di avere più di un figlio. Il libro racconta il dramma della perdita del figlio unico a partire da storie vere, che l’autore ha raccolto per anni in seguito a un lutto familiare.

 

SILENT BOOK

Il figlio unico di Guojing (Mondadori, 2017)

il figlio unico_coverSelezionato da New York Times e Wall Street Journal come uno tra i migliori libri illustrati del 2017, è un libro sulla solitudine, che si ispira all’esperienza personale della sua autrice, cresciuta nella Cina della politica del figlio unico, in cui i bambini crescono appunto nella solitudine, senza fratelli e con i genitori impegnati nel lavoro. È in questo contesto che parte l’avventura della bambina protagonista della storia, in cui si mescolano sapientemente sogno e realtà.