Giornalista e scrittrice americana, è entrata in contatto con intellettuali e politici cinesi, e non solo, che hanno segnato la storia della Cina e del mondo

La vita di Agnes Smedley sembra un romanzo. E Bamboo Hirst la ripercorre in maniera dettagliata in L’ultimo ballo nella città proibita (Piemme, 2013).

Come spiega lei stessa nel primo capitolo del libro, ha saputo dell’esistenza di Agnes Smedley mentre scriveva il libro Vado a Shanghai per comprarmi un cappello. Nel corso delle sue ricerche, il nome di Agnes Smedley tornava con frequenza e veniva citato in relazione a personaggi del calibro di Mao Zedong, Gandhi, Nehru, Chiang Kai-shek e Zhu De, ma anche di intellettuali come Lu Xun, Mao Dun e Ding Ling. Tra le sue amicizie ci furono anche Edgar Snow e Pearl S. Buck.

Così, incuriosita, la scrittrice sino-italiana ha cominciato a documentarsi, leggendo tutto il possibile sulla sua vita. Il risultato è L’ultimo ballo nella città proibita, un documento prezioso non solo per conoscere Agnes Smedley, ma anche per addentrarsi in profondità nella storia della Cina del Novecento e dei suoi rapporti internazionali.

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Figlia di un minatore del Missouri, Agnes Smedley ha un’infanzia segnata dal disagio sociale e dalla violenza perpetrata dal padre nei confronti della madre. Pur non avendo seguito un percorso di studi regolare, riesce a farsi strada nel mondo del giornalismo, da lei considerato uno strumento attraverso cui ottenere un cambiamento sociale.

La sua vita è lastricata di difficoltà, che mettono a dura prova la sua salute mentale e fisica. Ma nulla riesce a fermarla. Fortemente impegnata e in prima linea nella difesa dei diritti delle donne, si batte per l’indipendenza dell’India e per la rivoluzione cinese, tanto che le sue ceneri sono conservate a Pechino nel Cimitero dei Martiri della Rivoluzione, per il suo sostegno alla rivoluzione cinese e il ruolo svolto nel farla conoscere al mondo.

Nel libro è particolarmente interessante proprio la parte dedicata agli anni della sua permanenza in Cina, dal 1929 al 1950. Fin dal suo arrivo, Agnes Smedley rimane sconvolta dalla miseria della popolazione rurale e dalla condizione femminile, di cui parlerà nei suoi reportage. Apertamente schierata a favore dei comunisti, nel 1937 raggiunge Yenan, la base comunista, dove entra in stretto contatto con Mao Zedong, Zhu De e Zhou Enlai.

Bamboo Hirst arricchisce la ricostruzione della vita di Agnes Smedley con moltissimi brani tratti da articoli e libri della stessa Smedley, come Battle Hymn of China e la sua autobiografia Daughter of Earth, ma anche con stralci di lettere inviate ai suoi amici e conoscenti in cui svela la sua parte più intima e fragile.

Come scrive Bamboo Hirst:

Agnes era intellettualmente onesta, con un forte senso della giustizia e un amore speciale per i più deboli della società.

Le sue prese di posizione, le sue idee radicali, il suo spirito fuori dagli schemi erano visti da molti come qualcosa di scandaloso, ma chi la conosceva veramente ne ammirava la lealtà e la dedizione, la passione e la risolutezza con cui si dedicava alle cause che abbracciava. Ma nonostante le sue numerose conoscenze e il suo innegabile carisma, termina la sua vita in solitudine, accusata di essere una spia dei sovietici.

L’ultimo ballo nella città proibita è una biografia documentata e dettagliata, ricca di informazioni storiche e avvincente come un romanzo.

 

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L'ultimo ballo nella città proibita di Bamboo Hirst
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