Cinque racconti ambientati a Suzhou negli anni della Rivoluzione Culturale. Protagonisti ragazzini che crescono immersi nella violenza del loro tempo

Sono legati da un filo conduttore i cinque racconti di Su Tong raccolti nel libro L’epoca dei tatuaggi, tradotto da Maria Rita Masci e pubblicato di recente da Orientalia Editrice.

Scritti tra il 1989 e il 1999 e pubblicati per la prima volta in Italia, L’epoca dei tatuaggi, I fratelli Shu, Banda autonoma, La scena del crimine e Diario di agosto non solo sono accomunati dall’essere ambientati nello stesso luogo e nello stesso tempo, ma anche dal fatto di avere la stessa tipologia di protagonisti.

epoca_dei_tatuaggi_coverSu Tong ci porta nella sua città di origine, Suzhou, nella Cina meridionale, per la precisione in via Xiangchunshu, una strada tagliata in due da un fiume, dove il celebre scrittore cinese viveva da bambino. Sono gli anni della Rivoluzione Culturale (1966-1976), uno dei periodi più bui della storia della Cina, che ha travolto e sconvolto le vite di milioni di cinesi.

Nonostante Su Tong non la citi mai chiaramente, oltre a inserire in più punti l’anno dei fatti narrati, la tratteggia in maniera inequivocabile, facendoci respirare l’aria che si respirava a quel tempo, il clima in cui si viveva.

All’epoca Su Tong era poco più di un bambino, proprio come i protagonisti di questi racconti, non più bambini ma non ancora adolescenti. È facile immaginare, quindi, che oltre all’ambientazione in via Xiangchunshu, ci siano in questi racconti altri elementi autobiografici.

Su Tong racconta qualcosa che ha vissuto e che conosce. La violenza permea le vite dei giovani protagonisti, li circonda e si impossessa del loro modo di agire e rapportarsi agli altri. La subiscono e la riversano a loro volta su chi li circonda. Non hanno una guida, sono privi di punti di riferimento e tentano di crearsi da soli un loro equilibrio in una società completamente allo sbando. Privi di affetti e modelli positivi, ricreano nel loro mondo pre-adolescenziale le dinamiche che osservano negli adulti, spesso con conseguenze drammatiche.

Anche la scoperta delle prime pulsioni sessuali si tinge di tinte fosche, con risvolti decisamente brutali.

Su Tong racconta questo mondo violento con uno stile semplice e lineare, che contribuisce a farlo apparire al lettore in tutta la sua atroce normalità. E per portare chi legge dentro le storie che racconta, l’autore sceglie di intervenire nella narrazione, presentandosi come un amico dei suoi protagonisti, spettatore e narratore che accompagna chi legge al loro fianco, alla scoperta delle loro vite.

Un espediente letterario che, come spiega Maria Rita Masci nella prefazione, «porta allo svelamento del processo creativo e dell’artificio letterario, come era caratteristico della letteratura d’avanguardia di cui Su Tong è stato uno dei principali esponenti».

Ho apprezzato particolarmente la scelta editoriale di accostare cinque racconti caratterizzati da uniformità di tempo, luogo e protagonisti. Pagina dopo pagina, ci si trova sempre più immersi nelle atmosfere di via Xiangchunshu, sembra di conoscere chi la abita e di trovarsi al centro delle dinamiche che la animano. Ogni racconto ci presenta qualcuno dei suoi abitanti, aggiungendo nuove voci e nuovi volti che la rendono reale e familiare.

Se siete appassionati di letteratura cinese e di Su Tong, L’epoca dei tatuaggi e gli altri racconti contenuti nella raccolta sveleranno un lato inedito della sua produzione, se invece non lo conoscete oppure non avete avuto ancora occasione di leggere nulla, questo potrebbe essere il libro giusto da cui iniziare.

 

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L'epoca dei tatuaggi
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