Oltre trecento componimenti composti tra il IX e il VI secolo a.C., inseriti tra i Cinque Classici del Confucianesimo, testi fondamentali della dottrina confuciana 

«Se non studi il Libro delle Odi, di cosa puoi parlare». Così sostiene Confucio in una frase riportata nei suoi Dialoghi. Un’affermazione che ben denota l’importanza di quest’opera.

Lo Shijing, tradotto in italiano come Classico delle Odi, Libro delle Odi o Classico della Poesia, è la più antica raccolta poetica della Cina. Insieme a Shujing (Libro dei Documenti), Yijing (Libro dei Mutamenti), Chunqiu (Annali delle Primavere e degli Autunni) e Liji (Libro dei Riti), lo Shijing fa parte dei cosiddetti Cinque Classici, che con i Quattro Libri rappresentano i testi fondamentali della dottrina confuciana.

Lo Shijing comprende 305 poesie databili tra il IX e il VI secolo a.C., la cui compilazione è tradizionalmente attribuita allo stesso Confucio che, secondo quanto riportato da Sima Qian nelle sue Memorie Storiche, avrebbe selezionato il materiale tra oltre tremila componimenti, seguendo un criterio morale, utile ai suoi insegnamenti.

La versione che è stata tramandata fino a oggi è quella compilata dal letterato Mao Chang nel II secolo d.C., per questo detta Mao Shi, e successivamente rivista da Zhu Xi nel XII secolo.

La raccolta è divisa in quattro parti: le Arie degli Stati (guo feng), le Odi minori (xiao ya), le Odi maggiori (da ya) e gli Inni (song). In particolare, le Arie sono 160 e sono canti popolari o ballate che permettono di conoscere la vita quotidiana della gente comune nei diversi stati dell’epoca. I canti minori sono 74 e sono dedicati a banchetti, battute di caccia o riti, ma anche ad argomenti storici e alla condotta di funzionari, ministri e sovrani. I canti maggiori sono 31 e si occupano invece delle cerimonie solenni. Infine, gli inni sono 40 e sono componimenti legati ai sacrifici in onore degli antenati.

Per la maggior parte delle poesie non è dato sapere l’autore, anche se in alcuni casi è indicato. Essendo destinate ad essere eseguite nel corso di feste e cerimonie, tutte le poesie avevano un accompagnamento musicale, di cui però non è rimasta alcuna traccia.

Con il passare del tempo, i componimenti poetici persero questo aspetto legato all’intrattenimento popolare e assunsero un ruolo educativo, volto alla formazione di nobili e funzionari. La conoscenza dello Shijing, infatti, divenne un requisito fondamentale per superare gli esami statali e avere accesso alla carriera nell’amministrazione imperiale.

Del resto, le composizioni nel corso dei secoli subirono diverse rielaborazioni, che portarono a un superamento di una connotazione prettamente popolare, attraverso l’inserimento di elementi colti. Come scrive Edoarda Masi nel libro Cento capolavori della letteratura cinese (Quodlibet, 2009):

«Le due componenti, di poesia cantata assolutamente primitiva, e di rielaborazione colta e a volte già sofisticata, sono perfettamente fuse: così da costituire un prototipo e un modello per una larghissima parte della poesia cinese successiva».

libro delle odi_coverLuni Editrice ha pubblicato nel 2021 la prima edizione integrale in lingua italiana dello Shijing, Il Libro delle Odi, tradotta e curata da Vincenzo Cannata.

Il volume, oltre a raccogliere le 305 odi, fornisce gli strumenti per comprenderle, interpretarle e contestualizzarle.

Nell’introduzione, il curatore si sofferma sulla composizione, sui contenuti e sulle diverse interpretazioni, ma anche sulla poetica e la forma delle odi, caratterizzate da un numero di versi variabile.

 

Sommario
Data
Titolo
Il Libro delle Odi
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