Nei suoi libri, fortemente autobiografici, racconta la Cina dal punto di vista politico, sociale ed economico, riservando particolare attenzione alla condizione della donna

Bamboo Hirst è stata la prima scrittrice di origine cinese a scrivere romanzi e saggi in lingua italiana. Nonostante si sia lasciata Shanghai alle spalle quando aveva appena tredici anni, nei suoi libri la Cina occupa un posto speciale.

 

BIOGRAFIA

Bamboo Hirst è nata a Shanghai nel 1940 ed è morta a Londra il 10 aprile 2020.

Suo padre era un diplomatico italiano, mentre sua madre era una donna cinese di etnia miao. Dopo aver trascorso la sua infanzia nella missione cattolica francese della città, nel 1953, a tredici anni, lasciò la Cina da sola, viaggiando per settanta giorni a bordo di una nave greca, che la portò a Napoli.

Dopo aver vissuto per molti anni in Italia, dove ha lavorato a Milano nel campo della moda e si è dedicata alla scrittura di romanzi e saggi, si è trasferita a Londra con il marito e la figlia, dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita.

I tredici anni di vita trascorsi in Cina l’hanno segnata profondamente, in lei hanno convissuto e si sono fuse la cultura cinese e quella italiana, l’Oriente e l’Occidente. Due mondi contrapposti che hanno trovato spazio tra le pagine dei suoi libri, molti dei quali autobiografici.

 

BIBLIOGRAFIA

inchiostro di cina_coverL’opera d’esordio di Bamboo Hirst è Inchiostro di Cina, pubblicato nel 1987 dalla casa editrice La Tartaruga. È un romanzo autobiografico in cui l’autrice racconta il suo arrivo in Italia, ripercorre i suoi ricordi cinesi, parla del suo impatto con l’Occidente, del suo matrimonio e della sua carriera nel mondo della moda. Centrale, quindi, il tema della ricerca della propria identità, ricorrente nelle opere di scrittori migranti.

il riso non cresce sugli alberi_coverL’anno successivo esce Il riso non cresce sugli alberi, ovvero la Cina in cucina (La Tartaruga), in cui Bamboo Hirst fa un viaggio nella cucina cinese, spiegandone caratteristiche, peculiarità e curiosità. L’autrice svela come preparare cibi ottimi per la salute e deliziosi per il gusto, ricette semplici e complicate, condite da notizie interessanti consigli originali e piacevoli digressioni.

Nel 1989 Mondadori pubblica Il mondo oltre il fiume dei peschi in fiore: viaggio attraverso la Cina, arricchito dalle fotografie di Giorgio Lotti. Il libro, in cui l’autrice condivide le sue impressioni sulla realtà cinese, è il risultato del viaggio che Bamboo Hirst compie nel 1988 sulle tracce dei ricordi, alla ricerca dei luoghi dove ha vissuto i suoi primi tredici anni.

passaggio a shanghai_coverDue anni dopo, sempre per Mondadori, esce Passaggio a Shanghai, ispirato alla storia d’amore tra i suoi genitori. Ambientato a Shanghai, nella metà degli anni Trenta, racconta l’amore travolgente tra suo padre, giovane diplomatico italiano, e sua madre, una ragazza cinese, in una città che è diventata il crocevia dello spionaggio internazionale. I nemici sono pericolosi quanto i falsi amici, i favori più insidiosi degli agguati. Una vicenda d’amore e di mistero.

cartoline da pechino_coverCartoline da Pechino: emozioni e colori cinesi è pubblicato, invece, nel 1994 da Feltrinelli e racchiude i ricordi, le impressioni e le riflessioni del suo soggiorno in Cina. Bamboo Hirst racconta i segnali di cambiamento e raccoglie le testimonianze delle persone, descrivendo con vivacità la nuova Cina, proiettata verso il futuro, ma ancora saldamente ancorata al passato. Sono impressioni che ha fissato sulla carta in tempo reale, scrivendo sul tavolo dello scompartimento di un treno, sullo spigolo del portale di un tempio, sul parapetto smaltato di una terrazza, contro un pilastro e sulle ginocchia mentre il taxi serpeggiava tra la folla e le biciclette.

Gli altri libri di Bamboo Hirst sono tutti pubblicati dalla casa editrice Piemme.

figlie della cina_coverNel 1999 esce Figlie della Cina, in cui l’autrice parla della condizione femminile. Vendute come schiave, prostitute, concubine e nella migliore delle ipotesi come mogli, costrette alla pratica della fasciatura dei piedi per essere più seducenti e acquistare di valore sul mercato, le donne cinesi per secoli sono state considerate esseri inferiori, passivi strumenti del piacere, semplici fattrici di una discendenza possibilmente maschile. La loro sorte parve mutare radicalmente quando Mao le chiamò a sostenere “l’altra metà del cielo” perché le donne erano, per la Rivoluzione, una grande forza. Ma fu un’emancipazione forzata, spesso pagata a caro prezzo.

blu cina_coverNel 2005 viene pubblicato Blu Cina, un romanzo autobiografico, tradotto in inglese e in cinese, in cui Bamboo Hirst racconta la sua vita, da Shanghai all’Italia. Alla fine degli anni Trenta, a Shanghai, città pulsante di vita, sede di molte legazioni internazionali, due giovani si conoscono e si innamorano. Lui è un diplomatico italiano, lei appartiene a una famiglia cinese di vecchia data, in cui l’attaccamento alla tradizione si fonde con uno spirito aperto ai tempi nuovi. Dal loro amore nasce una bambina, ma la guerra mette fine all’idillio. Lui verrà internato in un campo di concentramento e nel ’45 tornerà in Italia, lei finirà per risposarsi. E la bambina? Cresciuta da una tata adorata, educata in un collegio di suore, viene mandata in Italia per cercare il padre, che rivedrà un unica volta, anni dopo.

vado a shanghai per comprarmi un cappello_coverSempre nella Shanghai degli anni Trenta e Quaranta del Novecento è ambientato il successivo Vado a Shanghai per comprarmi un cappello (2008). Aggrappandosi al filo della memoria, seguendo la mappa dei suoi ricordi, Bamboo Hirst racconta Shanghai, dall’epoca del suo massimo splendore, negli anni Venti e Trenta, al suo declino dopo la Seconda guerra mondiale. Una città cosmopolita e dai mille volti: cinese ed europea insieme, “prostituta dell’Asia” e “Parigi d’Oriente”, sede di missioni e fumerie d’oppio, focolaio di rivoluzioni e intrighi internazionali. Una città contraddittoria in cui si incrociano first lady e star di Hollywood, uomini di Stato e boss della malavita, derelitti, affamati ed emarginati della società.

l'ultimo ballo nella città proibita_coverE ancora a Shanghai, ma non solo, ci riporta L’ultimo ballo nella città proibita, uscito nel 2013, in cui Bamboo Hirst narra la storia di Agnes Smedley, figlia di un minatore del Missouri, che, nonostante le origini umili e la mancanza di un regolare corso di studi, diventò una delle voci più autorevoli del giornalismo americano del primo Novecento, entrando in contatto con personaggi di spicco della scena politica internazionale, da Nehru a Mao Zedong. Contestata e chiacchierata per le sue idee radicali e progressiste e il suo spirito libero e trasgressivo, dava scandalo tanto per il coraggio con cui criticava l’establishment conservatore, quanto per i suoi numerosi amanti. Gli amici ne sottolineavano la lealtà e la passione con cui abbracciava una causa, che si trattasse di reperire fondi e medicinali per i reduci della Lunga Marcia, o di insegnare balli occidentali ai leader comunisti. Quando negli Stati Uniti iniziarono a soffiare i venti del maccartismo, fu accusata di spionaggio e i suoi libri sparirono dalla circolazione. Morì sola e dimenticata, nell’Occidente che l’aveva rinnegata, e le sue ceneri furono accolte con cerimonia solenne a Pechino, nel Cimitero dei martiri della rivoluzione.